L'Ulivo si divide sulla spallata di piazza a Berlusconi
Ma il vertice è soprattutto il primo passo verso la nuova alleanza del centrosinistra e Rifondazione che dovrebbe sfociare in un programma comune da presentare agli elettori alle prossime politiche come alternativa al centrodestra. «È un incontro che non ha precedenti, una novità», sottolinea Bertinotti, «non è l'Ulivo allargato, ma è la riunione di tutte le opposizioni. Cioè, l'inizio di un nuovo cammino, indipendentemente dalle forme politiche con cui si organizzano i diversi soggetti». Nessuno dei leader dell'opposizione pensa che portare in piazza un milione e più di persone possa, da solo, far cadere Berlusconi. «Non è una spallata, ma una fase. Di medio periodo, da qui alle elezioni europee, per chiudere anticipatamente con il governo Berlusconi», spiega però Bertinotti. «Il governo Berlusconi si manda a casa in Parlamento e non con le manifestazioni di piazza, anche se è giuto che gli italiani facciano sentire la loro voce. Saranno gli elettori a mandarlo via. Su questo non possono esserci dubbi», afferma Pierluigi Castagnetti, capogruppo alla Camera della Margherita, che, con i socialisti sono le forze che hanno manifestato qualche perplessità sulla mobilitazione. Ma un altra grande questione agita il centrosinistra, la lista unica di Ds, Margherita e Sdi per le elezioni europee dell'anno prossimo, guidata da Prodi, e il futuro nuovo partito riformista rilanciati dal segretario della Quercia Piero Fassino alla Festa dell'Unità di Bologna. Dopo il discorso del leader e la sua proposta di un referendum tra gli iscritti per decidere la svolta si fanno sentire le minoranze del partito. Il Correntone, Socialismo 2000, il gruppo «14 luglio» sono compatti nel chiedere un congresso dei Ds. «Qualunque decisione che comporta la formazione di un nuovo partito implica un congresso», sostiene Fabio Mussi, che lamenta la mancanza di chiarezza del segretario. «Quali solo le regole e qual è il quesito del referendum proposto?», si chiede. La sinistra ds ricorda che ben tre partiti della coalizione (Pdci, Verdi e Udeur) si sono già sfilati dal progetto di nuovo partito riformista. Intanto l'Udeur di Clemente Mastella critica gli eccessivi entusiasmi degli alleati: «si va diffodendo la immotivata convinzione che le prossime elezioni siano già vinte», mentre invece la strada è ancora lunga. Tuttavia l'Udeur considera la riunione di questa sera molto positivamnete perchè è la premessa per qualsiasi tentativo di vittoria, e sancisce, per la prima volta, il riconoscimento della diversità tra Ulivo, Prc e Di Pietro.