Arriva il condono leggero da 3 miliardi
Uno studio: «Allargare la base e alzare le oblazioni». Armani (An): «Si raggiunge lo stesso l'obiettivo»
Questa volta più deciso, quasi perentorio. Stop al condono edilizio per gli abusi compiuti sulle aree demaniali. «Non serve, non è necessario», spiega Pietro Armani, presidente della commissione Ambiente-Lavori Pubblici della Camera e responsabile economico di An. E stavolta i finiani mettono sul tavolo delle trattative anche uno studio commissionato in questi giorni che dimostra come per raggiungere la fatidica cifra di 3 miliardi di euro necessaria per la Manovra da 16,2 miliardi non c'è bisogno di includere le zone del demanio nei suoli da condonare. Ma basterebbe allargare le basi. Sanatoria interna. Il punto di partenza è il condono leggero che riguarda solo le opere per le quali la legge 443 del 2001 prevede in alternativa alla concessione e autorizzazione edilizia semplicemente la denuncia di inizio attività (Dia). L'obiettivo è quello di sanare gli abusi interni agli edifici commessi prima dell'entrata in vigore della legge e che dunque riguarderebbero solo le opere per le quali è necessaria la Dia. In pratica, sono escluse le nuove edificazioni, le opere non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti vigenti sino al 2002, gli interventi nelle zone e fabbricati sottoposti a vincoli, salvo che non ottengano il parere favorevole dell'amministrazione preposta alla tutela del vincolo. Gli abusi. «I dati che abbiamo utilizzato sono quelli del Cresme che raccolgono anche quelli di Istat, Comuni, Enel, denunce etc, etc - spiega Armani -. La media delle violazioni edilizie è di 31.855». Quanto s'incassa. «La nostra proposta - sottolinea ancora il presidente della commissione Ambiente-Lavori pubblici di Montecitorio - prevede una oblazione differenziata a seconda delle popolazioni: la media in questi casi è di 86 euro a metro quadrato». La stima. «Ora - aggiunge Armani - moltiplicando il numero presunto degli abusi edilizi "sanabili" per cinque anni, si arriva ai 254.840 casi si ha la cifra totale di 1,31 miliardi». I tre miliardi. «Può sembrare strano, ma bastano appena due accorgimenti per raggiungere i tre miliardi - sostiene ancora l'esponente di An -. Allargando la base anche ai comuni sprovvisti di piano regolatore e raddoppiando le oblazioni, visto che anche nel '94 furono molto più alte. Muovendoci su questi due binari è possibile ottenere i tre miliardi fissati come obiettivo finale». In Parlamento. Il presidente della commissione Ambiente-Lavori Pubblici tiene a sottolineare: «Mi sembra una soluzione ragionevole, per gli ambientalisti, per le esigenze di cassa e dunque anche per An». E aggiunge: «Proprio per questo penso che sia meglio approvare la nostra soluzione anche per evitare l'eventuale assalto alla diligenza che si registrerà in Parlamento». Tremonti è avvisato.