«Roma matrigna senza il federalismo»
Le ultime di Bossi: «Porteremo la battaglia sui dazi in Europa, RaiDue al Nord entro l'anno»
Un discorso attento ed equilibrato il suo. Anche se è partito dal cuore: «La casa è dove c'è il cuore - ha esordito Bossi - e il nostro cuore è sicuramente in Padania». «Gli schiavisti - ha proseguito - ci hanno spiegato che Padania non è mai esistita e che noi padani eravamo condannati a un esilio senza fine. Eppure, questi moderni Spqr, si dimenticano che sul torrione del Quirinale sventola la bandiera della Repubblica Cispadana che fu l'inizio della Padania». Tocca poi alla replica sulle polemiche di Roma Capitale. «Ho visto reazioni isteriche di chi dice "semo de Roma fatece passà". Si dimenticano che il rinnovamento politico e civile dell'Italia nacque con il Risorgimento nel nord e che proprio in quello stesso nord ci furono le prime reazione di disgusto e di disillusione quando si vide realizzata un'unità centralista imposta dai Savoia». «Roma Capitale - ha aggiunto - sarà sentita dal nord come matrigna fino a quando non sarà attuata la riforma federalista. La mia voce si è alzata senza diplomazia per dire una cosa chiara e semplice: non vogliamo essere coinvolti in una palude romana, noi vogliamo il cambiamento». «Quello italiano - dice Bossi - è un sistema di potere collettivo e farraginoso. Bisogna permettere ai cittadini di capire quali sono le scelte da compiere, qual è la posta in gioco». «Occorrono le riforme - ha aggiunto - perché Roma ha logorato la democrazia. Lo scontro tra magistratura e politica ha raggiunto livelli allarmanti. Ma oggi noi sappiamo che per cambiare c'è una via da imboccare ed è quella del federalismo». Dopo aver ribadito che la Lega entro la fine di quest'anno vuole il trasferimento di una rete Rai al nord Bossi è tornato a un cavallo di battaglia della Lega, quello dei dazi doganali. «C'è chi vorrebbe tutto e subito - ha spiegato Bossi - però noi facciamo le battaglie passo dopo passo. Sette anni fa chi lo avrebbe detto che la nostra battaglia sui dazi sarebbe diventata di attualità? Ci davano dei matti allora...». E annuncia che porterà la battaglia in Europa. Infine i desiderata: «Le cose che voglio sono queste - ha detto - un tagliando della Bossi-Fini dopo un anno per vedere come funziona. Compito del ministro dell'Interno è fermare gli immigrati clandestini. Poi è quasi in arrivo la fine del tribunale dei minori e la fine della libertà di prostituirsi sulle strade. A Tremonti, inoltre, chiederò che la famiglia diventi soggetto di reddito fiscale. Infine ci battiamo perché il Coni deve autoregolamentarsi, il popolo ha costruito gli stadi non per i presidenti di calcio ma per farci giocare i propri figli». E se il ministro della Giustizia Castelli ha ammesso che «se le riforme non si fanno la colpa è della maggioranza», l'eurodeputato Borghezio ha sintetizzato: «A noi interessa il futuro della Padania, di quello dell'Italia non ce ne può fregare...».