Sfugge a Trantino il teste chiave Telekom
Giunta alla segretaria della commissione parlamentare su Telekom Serbia, presieduta da Enzo Trantino, proprio alla vigilia dell'importante trasferta a Belgrado. Sotto la firma di Giuseppe Gerarduzzi, ex vicedirettore generale di Telecom Italia all'epoca in cui Tommaso Tomasi di Vignano era amministratore delegato della Stet, e cioè proprio nei mesi chiave della trattativa con Slobodan Milosevic. Gerarduzzi, che era stato qualche settimana fa convocato davanti alla commissione parlamentare insieme allo stesso Tomasi per i primi di ottobre (audizione poi rinviata per gli impegni parlamentari a Belgrado), fa sapere a Trantino di non essere per il momento disponbile a deporre. Almeno fino a quando non sarà chiuso il procdimento penale aperto nei suoi confronti dalla procura della Repubblica di Torino (è indagato fra l'altro per il reato di falso in bilancio relativo a Telekom Serbia). Proprio qualche giorno prima il gip torinese che si stava occupando del caso aveva deciso di concedere ai pm un ulteriore anno di proroga delle indagini. Rischia quindi di venire meno uno dei tasselli fondamentali dell'inchiesta della commissione parlamentare. Trantino e i componenti, utilizzando i poteri dell'autortità giudiziaria, potrebbero anche fare accompagnare coattivamente in commissione Gerarduzzi, ma lo sforzo sarebbe certamente inutile. L'ex manager Telecom, poi passato al gruppo Wind-Infostrada, ha il diritto di avvalersi della facoltà di non rispondere, perchè essendo indagato in procedimento certamente connesso, non ha la veste giuridica del teste. Più ancora di Tomasi di Vignano il manager del gran rifiuto sarebbe stato fondamentale per i lavori della commissione. Quasi tutti i protagonisti della trattativa Serbia-Italia del 1997 finora ascoltati dalla commissione hanno infatti riferito come i dettagli più significativi e la regia stessa delle operazioni fosse proprio di Gerarduzzi. E di fronte a domande incalzanti e particolareggiate hanno sempre rinviato alla sua testimonianza. Da Gerarduzzi erano stati tenuti i rapporti ad alto livello sia con i consulenti di Ubs che con la Natwest, i due advisor che settimana dopo settimana avevano fatto lievitare il prezzo di Telekom Serbia. Lo stesso manager è il responsabile della scelta come intermediatore dell'affare della misteriosa Mak environment, la società legata al conte Vitali che per il proprio ruolo fiduciario fu pagata alla fine ben 30 miliardi di lire. Senza Gerarduzzi si allungano quindi i tempi dell'inchiesta. E potrebbe non bastare per i lavori il termine già fissato del luglio 2004. Così sono state presentate due richieste di proroga della commissione fino alla fine della legislatura.