L'Udc minaccia e fa retromarcia in due ore
Ma poi si apre il conflitto anche nell'Udc e in serata arriva una parziale retromarcia. Ad accedere la miccia è stato il ministro Carlo Giovanardi il quale annuncia che la delegazione del partito di Follini è pronta a votare contro la Finanziaria, se il testo che approderà venerdì in consiglio dei ministri non sarà in linea con le loro attese. «Ancor prima di dare battaglia in Parlamento, se la Finanziaria non fosse soddisfacente, i primi a sottolinearlo sarebbero proprio i ministri dell'Udc, nel Cdm», Al centro delle insoddisfazioni ci sono sempre gli stanziamenti per la famiglia che nel vertice della Cdl erano stati concordati in circa 500 milioni di euro e poi ridotti dal ministero dell'Economia a 100-160 milioni. Giovanardi spiega che i giochi sono ancora da fare: «È presto per dare un giudizio, perché il processo è in divenire: c'è uno scenario che deve poi essere concordato con le parti sociali». L'incontro di martedì con sindacati e Confindustria «è tutt'altro che una formalità. Stiamo attenti, perché se avessimo un testo già scritto e concordato, il vertice sarebbe una presa in giro, mentre è un momento cruciale». Ma poi, quando gli viene ricordato che parlamentari del suo partito sono pronti a dare battaglia, Giovanardi spiega che se ci fossero difficoltà «non si capisce perché i ministri dell'Udc dovrebbero approvare la Finanziaria». E aggiunge: «È chiaro che se venerdì la voteremo in Cdm, sarà perché corrisponde anche alle nostre esigenze, così come emergeranno dall'incontro con le parti sociali». Altrimenti, conclude, «io sono molto logico: se il testo che verrà presentato venerdì non dovesse soddisfare l'Udc in quanto tale, i ministri dell'Udc non la voterebbero». Gli fa subito eco il capogruppo alla Camera del suo partito, Luca Volontè: «La presa di posizione di Carlo Giovanardi è una conseguenza intelligente di quello che è successo. Si deve rispettare quanto deciso dal vertice della Cdl che pure non era straordinariamente entusiasmante». Volontè spiega: «Se il ministro dell'Economia pensa di sostituirsi alle decisioni collegiali, ha sbagliato. La Cdl è una coalizione di governo, non è il governo del ministro dell'Economia che fa quello che vuole del vertice della Cdl». Gelo tra gli alleati. An evita commenti, Forza Italia non replica, silenzio della Lega. E anche nell'Udc c'è chi prende le distanze: «Sono stupito da queste affermazioni di Giovanardi. Voglio sentire quali novità lo hanno indotto a radicalizzare così la sua posizione», dice Gianfranco Rotondi, della minoranza interna. «Io riserverei le minacce estreme a situazioni estreme - ammonisce Rotondi - la finanziaria ha sempre una navigazione nervosa, ma siamo solo all'inizio. È inutile drammatizzare da subito. Certo, mi rendo conto che questo è un consiglio generico...». Giovanardi è costretto poi a puntualizzare: «Non esiste un caso Udc», il problema di «votare contro la Legge Finanziaria è al momento escluso». Perché, ribadisce il ministro dei Rapporti con il Parlamento, «la Finanziaria è un processo in divenire. La decisione definitiva verrà presa venerdì in Consiglio dei Ministri. È tutto prematuro».