Il G7: la ripresa economica è cominciata
Questa l'indicazione contenuta nel documento dei G7, i sette Paesi più industrializzati al mondo che si sono dati convegno a Dubai negli Emirati Arabi. Nelle conclusioni c'è un invito ai governi a sostenere la ripresa «accelerando le riforme strutturali» e attuando «politiche fiscali sostenibili a medio termine» per ridurre gli squilibri internazionali. Per l'Italia, l'invito alla riforma delle pensioni. E il ministro Tremonti, che ha presieduto i lavori, nella conferenza stampa di chiusura ha detto: «Sulle pensioni sì, siamo responsabili» e l'agenda per la crescita approvata dai Sette è «un work in progress». Come dire: faremo la riforma, progressivamente. Nel documento finale del vertice G7 si legge che la ripresa economica è già in atto e che «i mercati azionari hanno recuperato terreno, la fiducia è cresciuta, le condizioni finanziarie sono migliorate, i prezzi del petrolio dovrebbero rimanere stabili e l'inflazione è sotto controllo». Ma il futuro non è tutto roseo: restano gli squilibri che potrebbero minacciare la sostenibilità della ripresa. Per i Sette il rimedio è «accelerare le riforme strutturali». I settori su cui intervenire sono gli stessi: fisco, lavoro e previdenza. Nel comunicato finale, dai toni sostanzialmente rosei, è nascosto il braccio di ferro che si è verificato dietro le quinte del vertice e che è destinato a protrarsi: la lotta degli Usa anzitutto contro la Cina, ma anche contro il Giappone. L'oggetto del contendere è il sistema dei cambi: gli americani vogliono che yuan e yen, ossia la divisa cinese e quella giapponese, si rafforzino. E hanno preteso che a ciò facesse esplicito riferimento il documento finale del vertice. Non sono riusciti nel loro intento e nel testo finale si parla soltanto della necessità che sia il mercato a determinare i tassi di cambio. La posizione americana è condivisa dall'Italia. Tremonti da parecchie settimane mette al centro dei suoi discorsi la concorrenza sleale delle imprese cinesi. Anche ieri Tremonti e Snow hanno avuto un faccia a faccia, al termine del quale hanno espresso «identità di vedute» sulla questione. Tanto che ai giornalisti non ha esitato a dire che il risultato più importante del g7 riguarda «la Cina. Per la prima volta da tanto tempo un tema importante che noi abbiamo segnalato è emerso. Tutti si rendono conto che fare il commercio con tutte le regole nostre con un competitore che ne ha molte meno è troppo difficile». Quanto all'invito all'Italia a rivedere il sistema previdenziale, è in un documento aggiuntivo a quello finale del vertice. All'Italia si riconoscono i progressi realizzati nella flessibilità del mercato del lavoro. Ma si indica come necessaria la riforma delle pensioni per creare le condizioni di uno sviluppo economico più duraturo: «Una crescita più alta è essenziale per aumentare i redditi e creare più lavoro. Senza una crescita più alta non ci saranno le risorse per affrontare l'invecchiamento della popolazione».