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UMBERTO Bossi di nuovo all'attacco di Roma, alla vigilia della Festa dei popoli padani a Venezia, dove ...

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«Per me la capitale è Milano, non Roma», dichiara in una intervista alla Padania, «il governo dovrebbe stare a Milano e il Parlamento tra Venezia e Torino, o il contrario». Il Senatur spiega quindi ai suoi che non è stata una sconfitta per il Nord il varo della riforma federale approvata martedi dal governo. Le norme per dare speciali poteri a Roma capitale, difficili da digerire per la base del Carroccio, si possono cambiare visto che «dipendono dalle leggi della Regione Lazio e queste sono sotto il tiro del Senato Federale, che ha totale valenza territoriale, cioè metà dei membri sono del Nord». Frasi colorite e immagini storiche completano l'arringa del ministro delle Riforme contro Roma capitale, «la continuazione di uno degli errori principali fatti dai Savoia e da Garibaldi». «Dovevano lasciarla a Firenze la capitale, meglio ancora a Torino, dovunque ma non a Roma dove c'è già un re, il Papa». Protesta subito il sindaco di Roma Walter Veltroni: «Bossi ha tradito la Costituzione sulla quale ha giurato, dove c'è scritto che Roma è la capitale della Repubblica». «Ci siamo stancati di essere insultati da un ministro della repubblica», dice, chiedendo che sia Berlusconi a smentirlo e a censurarlo. Anche il presidente della Provincia Enrico Gasbarra parla di attentato alla Costituzione. «Neanche nel giorno del suo compleanno», osserva, «perde occasione per regalare ai romani la dose quotidiana di offese». Anche il capogruppo ds Luciano Violante chiede che Berlusconi richiami all'ordine il ministro e per la Margherita è «vergognoso e intollerabile» il silenzio-assenso del governo. Piuttosto distaccata, invece, la reazione del governatore del Lazio Francesco Storace: «Sul giornale del suo movimento, l'onorevole Bossi può ululare quanto vuole. Mi interessa di più quel che vota in Consiglio dei ministri». «E proprio le sue dichiarazioni - continua Storace - sono la migliore conferma che la sinistra sbagliava nei giorni scorsi a parlare di vittoria di Bossi e che abbiamo avuto ragione noi nel sostenere che la partita sul futuro della Capitale conviene giocarla direttamente tra Comune di Roma e Regione Lazio». Storace poi lancia un messaggio a Veltroni. «Il Campidoglio scoprirà finalmente che i poteri normativi che devolveremo alla città saranno legislativi. Proprio perchè Roma è la Capitale. L'unica Capitale d'Italia». Agunge Alessandro Foglietta, portavoce della Regione Lazio: «L'inserimento di Roma Capitale nel disegno di legge varato dal Governo non è nè una vittoria di Pirro del governatore del Lazio nè tanto meno una resa incondizionata ai diktat imposti dall'alleato Bossi. Stiano tranquilli gli esponenti del centro sinistra: non solo Roma non sarà svenduta, ma l'impegno del Presidente Storace e del Governo regionale che lo sostiene, è finalizzato al rafforzamento dello status della capitale. Stando, invece, alle dichiarazioni polemiche delle opposizioni, questo disegno di rafforzamento appare, di fatto, contrastato». «L'atteggiamento del centrosinistra - affiunge Foglietta - conferma la indisponibilità al confronto sulla questione di Roma Capitale ed evidenzia il mancato rispetto verso le posizioni degli avversari. È dunque necessario che gli esponenti del centrosinistra accettino senza polemiche il testo del disegno di legge governativo e prendano atto che, per la prima volta nella storia del nostro paese, un governo attribuisce a Roma i poteri e le competenze di una capitale moderna». «Verba volant, scripta manent...» dice Vincenzo Piso, presidente della Federazione romana di An, per intervenire nel botta e risposta sulle riforme. Mentre Gianni Alemanno (An), ministro delle Politiche Agricole, a«fferma: «Forse Bossi parla per necessità propagandistiche: anche lui infatti ha votato e conosce benissimo il testo approvato dal Consiglio dei ministri che riconosce a Roma il ruolo di capitale federale dell' Italia». Drammatizza invece Teodoro Buontempo, deputato romano di An: «Che riforme ci si p

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