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Telekom, si cerca il filmino dello scandalo

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Un agente del Sismi rivela alla commissione che c'è un video amatoriale sulla trattativa finale

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Girata fra il maggio e il giugno 1997 a Belgrado. Nei palazzi del potere del regime allora ancora in mano a Slobodan Milosevic. Passa per quelle immagini la nuova pista di indagine sullo scandalo Telekom Serbia. Fotogrammi allegri, ma anche colloqui rubati dal microfono della videocamera. Che riprendono i passi salienti della trattativa finale, specie gli ultimi quattro giorni chiave, che portarono alla firma dell'acquisto del 29 per cento di Telekom Serbia da parte della Stet di Tomaso Tommasi di Vignano, allora ancora saldamente in mano statale. L'esistenza del filmino è stata rivelata alla commissione parlamentare presieduta da Enzo Trantino durante l'audizione di un agente segreto italiano, avvenuta proprio alla vigilia della deposizione-show di Donatella Dini. I particolari rivelati in quella occasione sono coperti dal segreto istruttorio della commissione, e nella stessa ovvia condizione di riservatezza è avvenuta tutta la deposizione. Dalle prime indiscrezioni si sa però che l'audito era un agente di primo piano del Sismi dell'epoca, con responsabilità sull'area dei Balcani. Lo 007 italiano ha riferito i risultati del suo lungo lavoro di indagine, proseguito fino agli inizi di settembre. E di avere altresì «agganciato» un importante dirigente del gruppo Telecom Italia. Da questa fonte è emerso il particolare del filmino amatoriale sulla chiusura delle trattative dell'operazione. Secondo l'agente segreto copia del filmato sarebbe tuttora nelle mani di due alti dirigenti del gruppo Telecom, che nel 1997 avevano avuto un ruolo di primo piano nelle trattative. Si tratta di Francesca Petralia, responsabile Corporate Finance Legal Affairs di Telecom Italia e di Carlo Baldizzone, responsabile International planning and control della stessa Telecom. Entrambi i manager erano stati ascoltati dalla commissione durante il 2002, quando si cercava di ricostruire i passaggi chiave della trattativa finanziaria, come la formazione del prezzo, i pagamenti bancari ai serbi e soprattutto l'origine della provvista da 30 miliardi di vecchie lire per una misteriosa società di intermediazione, la Mak environment. Nè la Petralia nè Baldizzone però avevano fatto menzione del documento video in loro possesso, forse non intuendone la rilevanza ai fini dell'indagine. A entrambi mercoledì scorsa è stata indirizzata una lettera ufficiale del presidente della commissione parlamentare in cui cortesemente si chiede di mettere a disposizione dell'inchiesta una copia del filmato originale. In caso di rifiuto la stessa commissione utilizzerà i propri poteri formali di indagine per sequestrare la documentazione di proprio interesse. La conferma dell'importanza di quel documento, che sembra davvero al centro più di una spy story che di una tradizionale trattativa finanziaria, è arrivata anche da un lungo rapporto della Guardia di Finanza trasmesso alla commissione. Così come nuovi particolari sono emersi da un documento trasmesso a Trantino & c in data 10 settembre 2003 dal Sisde, il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica guidato dall'ex generale dei carabinieri, Mario Mori. Dopo l'esame della nuova documentazione la commissione parlamentare ha inoltrato al ministero di Giustizia per gli adempimenti formali due nuove rogatorie, indirizzate alle autorità svizzere e a quelle austriache. La prima per acquisire nuova documentazione citata negli interrogatori da Igor Marini, e la seconda per avere copia di alcune operazioni bancarie compiute dalla Zara International, altra finanziaria chiave dell'inchiesta.

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