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«Riforme costituzionali tutti insieme o niente»

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Per riformare la Costituzione bisogna essere uniti e usare il dialogo e la ragione, non i risentimenti nazionalistici. Cuneo sembra la città giusta per il monito del presidente della Repubblica sulla collaborazione di maggioranza e opposizione in una materia tanto delicata. Proprio qui infatti nell'agosto del '43 Duccio Galimberti e Antonino Repaci abbozzarono un primo «progetto di Costituzione europea», pietra miliare nella storia dello spirito del vecchio continente assieme al Manifesto di Ventotene di Alfiero Spinelli. Il Capo dello Stato è in visita per due giorni in Piemonte assieme alla moglie Franca. Oggi il programma si declinerà invece sui temi della Resistenza nella città martire di Boves e nel campo di concentramento di San Dalmazzo che - anticipa il Presidente - «ricorda la Shoa, suprema vergogna della Storia europea». Riflessione sull'olocausto e principi costituzionali: tutto si tiene. Perchè «nel momento più tragico rifulse ancora più l'umanità della nostra gente», perchè fu di fronte alla persecuzione nazifascita che il vero spirito italiano venne fuori. Ciampi ricorda il migliaio di ebrei che dopo l'8 settembre da mezza Europa cercarono e trovarono rifugio fra quelle montagne: «Vi erano giunti da oltralpe al seguito e con l'aiuto generoso delle nostre truppe che li avevano già protetti dalla gestapo nella Francia di Vichy. Grazie all'aiuto della popolazione e all'opera di quel grande sacerdote che fu don Raimondo Viale la maggior parte di loro si salvò in queste vallate». E allora ecco, è «nella virtù» di quel popolo che bisogna avere fiducia, nelle «istituzioni democratiche saldamente ancorate nella coscienza degli italiani». «Teniamo cari i principi della nostra Costituzione che ha come presupposto il rispetto reciproco fra le istituzioni - insiste il Capo dello Stato - Operiamo e comportiamoci in modo che prevalga il meglio di noi. Abbiamo il dovere di trasmettere alle generazioni future istituzioni rafforzate, non indebolite dai nostri comportamenti. Lo dobbiamo a coloro che con il sacrificio della vita diedero vita alle nostre libertà». Da Cuneo Ciampi ha un pensiero anche per Torino e per la sua «grande industria in crisi» che - assicura - riuscirà a rialzare la testa. Il riferimento è alla Fiat e alla «laboriosità dei piemontesi» all'origine dello sviluppo ma la speranza si allarga a «tutte le nostre imprese», dotate di sufficiente «inventiva e capacità di reazione» per poter superare la fase di stanca dell'economia mondiale».

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