Il varo tra una settimana, martedì tocca alle parti sociali. Sanatoria edilizia «leggera»
Sei ore di confronto fra i leader della Casa delle Libertà non sono stati sufficienti a produrre l'accordo politico auspicato da Silvio Berlusconi sui due temi strettamente collegati. Dal vertice di maggioranza convocato ieri a palazzo Chigi - assente giustificato Umberto Bossi - filtra un coro di buone intenzioni. Ma la partita è ancora tutta da giocare. La stesura della manovra procede a singhiozzo. Il socialista De Michelis uscendo da palazzo Chigi parla di «intesa di massima già raggiunta» su tutta la linea. Via libera al condono edilizio solo per i piccoli abusi. E alla nuova previdenza con l'introduzione degli incentivi per chi vuole restare in servizio a partire dall'anno prossimo 2004 e l'allungamento dell'età contributiva nel 2008 secondo i desiderata della Lega. Frena invece il centrista Rocco Buttiglione. «Stiamo lavorando» dice ma «serve un segnale forte a sostegno delle famiglie anche se le condizioni sono difficili». L'importante - avverte il ministro Gianni Alemanno di An - è presentarsi all'incontro con le parti sociali «con un atteggiamento flessibile». Il clima è sereno e senza tensioni ma troppi nodi restano insoluti. Il buco di 10 miliardi di euro nelle entrate fiscali per il 2003, annunciato dal sottosegretario Vegas, impedisce a Giulio Tremonti di accogliere le richieste di An e Udc che chiedono 5-6 miliardi di euro per famiglia, Mezzogiorno e ricerca. Così il leader dei centristi Marco Follini, che ieri ha incontrato i leader di Cgil, Cisl e Uil e il vicepresidente della Confindutria Guidalberto Guidi, mette le mani avanti. E avverte: «La Finanziaria è un cantiere aperto. La strada è ancora piena di impegni, appuntamenti e verifiche». L'agenda è serrata. Il testo sarà presentato alle parti sociali martedì prossimo. Per venerdì 26, invece, è previsto il via libera del consiglio dei Ministri che nella stessa riunione approverà gli emendamenti alla legge delega sulla riforma delle pensioni. Ieri, dunque, si è compiuto soltanto un passo avanti verso l'accordo finale come ha ammesso il viceministro Mario Baldassarri secondo il quale il buco da 10 miliardi era già stato previsto nel Dpef. La strategia del governo a sostegno della spesa poggia su alcuni punti chiave: il condono edilizio, la riapertura del condono tombale (smentita ufficialmente dal vice-ministro Mario Baldassarri) e il concordato fiscale per le piccole imprese. I primi due potrebbero confluire in un maxi-decreto sganciato dalla manovra per anticipare gli effetti. Ma c'è da fare i conti anche con una ripresa che stenta a manifestarsi. L'economia non gira e ieri è arrivato anche l'allarme del Fmi.