Castelli: «L'Anm è un organo della sinistra»
Guerra aperta, accesa. Tanto che il ministro di Giustizia Roberto Castelli, che ama sempre parlare in maniera molto chiare, dice apertamente a proposito dello sciopero dei giudici: «Questa giunta della magistratura si contraddistingue sempre di più come un organo politico connotato a sinistra contro questo governo». E sottolinea, in un'intervista a Studio Aperto, che «è un evidente innalzamento del tono di polemica contro il Governo». Ma l'Associazione nazionale magistrati è «vivamente allarmata» per gli attacchi all'indipendenza della magistratura e per le dichiarazioni dei responsabili politici. Dichiarazioni - nota l'Anm proprio nella giornata di astensione dalle udienze lunga 15 minuti - che offendono i magistrati e delegittimano la funzione giudiziaria. Ad essere criticati, in un documento letto e applaudito in tutti i distretti giudiziari in occasione del fermo delle attività degli uffici indetto appunto dall'Anm, sono soprattutto il premier Silvio Berlusconi e il Guardasigilli, di cui viene denunciata l'assoluta inadeguatezza. Così, all'astensione simbolica indetta per replicare agli attacchi partiti da esponenti di governo e della maggioranza, hanno aderito i magistrati di tutt'Italia. Persino la Cassazione ha sospeso le udienze in segno di protesta, «per l'indipendenza della magistratura, per la dignità della giurisdizione, per una giustizia di qualità migliore». Nella capitale, i giudici hanno aderito in massa «mantenendo toni pacati e conservando un atteggiamento responsabile», applaudendo a lungo alla lettura del documento elaborato dall'Anm. Salvatore Vecchione, neo procuratore generale della Corte d'appello ma ancora alla guida della procura di Roma in attesa che venga nominato un successore, ha parlato di «riunione doverosa verso i cittadini». E alla collettività ha riservato un pensiero anche il presidente del tribunale Luigi Scotti: «Sono dispiaciuto per questo atteggiamento di sottovalutazione della nostra categoria. I magistrati continuano a servire lo Stato e a lavorare anche se non mancano le difficoltà. Provoca amarezza vedere che siamo attaccati di continuo mentre cerchiamo di andare incontro alle esigenze della collettività». L'auspicio di Scotti è dunque che politica e magistratura «tornino al dialogo, all'insegna del reciproco rispetto, magari rivisitando colpe reciproche, ma sempre nell'interesse della gente». Armando Spataro, segretario del Movimento per la giustizia, è andato oltre la preoccupazione. Soddisfatto per il successo dell'iniziativa, ha precisato che la protesta contro le «offese» del premier non si può fermare: si deve andare avanti con iniziative «più incisive», dall'azione giudiziaria di risarcimento danni contro il capo del Governo a una «grande manifestazione» da organizzare in coincidenza con una delle riunioni sulla giustizia che si terranno a Roma nell'ambito del semestre italiano di presidenza dell'Unione europea. Insomma, è di nuovo guerra.