«La signora Dini deve spiegarci tutto»
La moglie dell'ex ministro degli Esteri varcherà la soglia di Palazzo San Macuto alle 14 per essere ascoltata dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Telekom Serbia. L'audizione è stata chiesta dalla signora Dini a luglio (ma i parlamentari già avevano intenzione di sentirla). Abbiamo chiesto al senatore Giuseppe Consolo, capogruppo di An in Commissione, di anticiparci i punti da chiarire. Senatore, la signora Dini verrà sentita solo oggi? «Questo si vedrà. Bisognerà prima ascoltare le sue risposte. Noi stiamo cercando la verità senza parteggiare per nessuno, perchè non ci sono parti. La Commissione ha come unico scopo l'accertamento della verità». Che cosa le chiederete? «Dei riscontri sulle indagini fin qui portate avanti sul caso. Nell'interrogatorio di ieri Curio Pintus è caduto in contraddizione troppe volte. Ha confermato di averla conosciuta, mentre ha detto di non aver mai visto Marini anche se dopo ha ammesso di aver avuto rapporti con la Iundor Trading...». La signora Dini, come risulta anche da una sua intervista di ieri, ha affermato di aver denunciato Marini per calunnia. «Marini ha raccontato (circostanza per altro smentita dalla signora nella stessa intervista) di averla vista con Paoletti al circolo del Golf di Sutri. Ha parlato di una valigetta piena di soldi, pare 5 milioni di dollari, che lei avrebbe ricevuto in consegna: dovrà chiarire anche questo. E rispondere anche sul fatto che Marini sostiene di averla vista con Pintus all'Hotel Duomo». Cosa che ieri Pintus, invece, ha negato. La signora ha detto che oggi si presenterà senza avvocato. «Non capisco. Per noi non è imputata di alcun reato, è normale che venga senza difensore. Inoltre, non ha nemmeno l'obbligo della verità, come toccherebbe ad un testimone». Sempre nell'intervista, ha affermato di «non stare a piazza in Lucina». «Ne prendo atto». Anche Pintus però ha parlato di «piazza in Lucina». «Questo ha detto Pintus nell'interrogatorio». Avete chiesto dei confronti? «Sì, ma ancora non sono stati formalmente disposti. D'altro canto mi sembrano necessari in considerazione delle contraddizioni, in cui lo stesso Pintus - per altro ammettendole - è incorso».