Controproposte di Prodi sulla Costituzione Ue

È questa la proposta che avanzerà ufficialmente il presidente della Commissione Romano Prodi, nel presentare la posizione dell'esecutivo Ue sulla bozza di Costituzione in discussione alla Conferenza intergovernativa (Cig) dal prossimo 4 ottobre. Nel documento, che è già stato approvato dai capi di gabinetto dei Commissari, si chiede infatti una nuova «strutturazionè» del massimo organo comunitario. «La Commissione - si legge propone di generalizzare e di formalizzare la decentralizzazione della presa di decisioni alla Commissione, attraverso la strutturazione del Collegio in un certo numero di gruppi di commissari». Saranno dunque questi gruppi a svolgere il grosso del lavoro, mentre «il collegio formato dall'insieme dei membri della Commissione si occuperà solo delle questioni più importanti e dovrà dunque prendere solo un numero limitato di decisioni. Le altre decisioni saranno prese dai Gruppi di Commissari, ciascuno agente negli ambiti di sua competenza, nel quadro degli orientamente generali fissati dal Collegio». La Commissione risponde così alle critiche mosse anzitutto dal presidente della Convenzione europea (la stessa che ha stilato la bozza di Costituzione) Valery Giscard d'Estaing, che ha sempre ammonito che mantenere il principio di un commissario per paese avrebbe reso l'esecutivo dell'Ue poco efficiente in un'Europa a 25 o 27 membri. Nel documento contentente la proposta dell'attuale esecutivo dell'Ue, si critica ancora una volta la soluzione trovata dalla Convenzione: e cioè una Commissione con 15 membri con diritto di voto e 10 senza tale diritto. «Tale soluzione - si legge nella presa di posizione della Commissione - è complicato, confuso, non operativo, e combina gli svantaggi di due soluzione alternative distruggendo la base della collegialità, e cioè l'eguaglianza di tutti i membri della Commissione. Questo approccio rischia di non essere accettato dai cittadini e dunque di rendere più difficile la ratifica».