Il responsabile del Viminale ha voluto denunciare la speculazione politica sui tragici fatti del G8
Così il Ministro dell'interno Giuseppe Pisanu ha voluto precisare le sue parole di domenica, quando ai colleghi di partito ha parlato di «maramaldi in toga», invitando poi a non scambiare «gli aggrediti con gli aggressori» facendo riferimento ai fatti di Genova. Parole che hanno immediatamente scatenato la polemica. La maggioranza ha fatto quadrato attorno al suo ministro, l'ex titolare del Viminale Francesco Cossiga ha espresso il pieno consenso «per le coraggiose parole pronunciate con senso di responsabilità verso lo Stato e verso le forze di polizia», mentre dure critiche sono arrivate dall'opposizione e a Pisanu è giunta anche una lettera aperta da uno dei ragazzi della Diaz. «Alcuni commenti di stampa - ha detto il ministro - hanno arbitrariamente accostato due parti nettamente distinte del mio discorso». In sostanza, ha spiegato, sono state mescolate «una valutazione politica sul presente con un giudizio storico sul passato». Ed ha precisato: «Non ho mai messo e non intendo mettere in discussione l'operato dei magistrati di Genova», l'intenzione era piuttosto di criticare, riguardo alla vicenda degli avvisi di chiusura di inchiesta per i fatti del G8, soltanto «i tentativi di speculazione politica in atto», «infatti, nello stesso contesto ho ribadito che anche carabinieri e poliziotti possono sbagliare ed è giusto che chi sbaglia paghi». Il vicepresidente del Senato Calderoli ha assicurato di condividere «completamente» le parole di Pisanu, il segretario dell'Udc Follini ha detto che «il ministro ha difeso le forze dell'ordine e non ha attentato all'indipendenza della magistratura», il portavoce di FI Bondi ha spiegato che gli attacchi contro Pisanu dimostrano come vi sia un fronte politico sinistra-magistrati-Cgil «pronto a scagliarsi all'unisono contro chiunque esprima opinioni diverse dalle proprie. Il sottosegretario alla giustizia Vietti, ha parlato di una tempesta in un bicchier d'acqua, spiegando che Pisanu parlava di due temi distinti: l'influenza del sistema giustizia nel passaggio dal prima alla seconda repubblica e i fatti di Genova, mentre Ignazio La Russa ha ribadito la sua solidarietà «ai ragazzi in divisa». Il segretario di Prc Fausto Bertinotti definisce «inquietante» la scelta del ministro che, sostiene, «così facendo dice che la polizia ha sempre ragione». Chiede invece che il ministro riferisca in aula Fiorello Cortiana dei Verdi. Di Pietro invita il ministro a fare i nomi dei 'magistrati maramaldì oppure tacere. Infine la lettera di un «facinoroso». È Lorenzo Guadagnucci, uno dei 92 ragazzi che la notte del 21 luglio 2001 era nella scuola Diaz. «Credo di essere uno dei facinorosi di cui lei ha parlato», scrive al ministro, ricordando di essere indagato per associazione a delinquere finalizzata a devastazione e saccheggio e invitandolo a vedere le sue cicatrici, segni indelebili di quella notte. «Ho denunciato quanto accaduto alla Diaz per senso di giustizia, fiducia nella democrazia, rispetto delle istituzioni» conclude.