STOCCOLMA — La Svezia ha detto un «no» senza incertezze alla moneta unica europea.

Il 2% ha depositato nell'urna scheda bianca. L'emozione per la tragica morte di Anna Lindh, la ministra degli esteri assassinata giovedì a Stoccolma, ha spinto gli svedesi ad andare a votare in massa, ma non li ha convinti ad abbandonare la moneta nazionale. Il risultato, ampiamente scontato in base ai sondaggi che per mesi hanno dato il «no» vincente, era stato messo in forse negli ultimi giorni, quando qualche sondaggio aveva preconizzato il pareggio e in un caso addirittura il sorpasso del «sì». Ma il miracolo non è avvenuto. Anna Lindh si era battuta fino all'ultimo per il «sì», accanto al primo ministro Goran Persson. Alla fine, sul desiderio di renderle un ultimo omaggio, ha prevalso negli svedesi la paura e l'incertezza generati dall'euro. I commentatori leggono nell' esito del referendum anche una sostanziale dichiarazione di sfiducia per la classe dirigente del paese: per i politici, ma anche per l'elite imprenditoriale, che si erano schierati per il «sì» a quella che era definita «la più importante decisione della nostra epoca». Per il premier è una sconfitta, anche se il voto non avrà conseguenze sul suo governo. Indubbiamente da oggi la posizione della Svezia in Europa è più debole (come ha subito sottolineato il presidente della Commissione Ue Romano Prodi), gli svedesi si sono confermati sostanzialmente euroscettici, e il ruolo del paese all'interno dell'Unione europea nei prossimi anni resta tutto da definire. In sostanza, come già è avvenuto in Danimarca nel referendum del 2000, gli argomenti contro la moneta europea hanno prevalso: di fronte a un'Europa che stenta a rispettare i vincoli di budget, ha prevalso la voglia di mantenere il controllo sulla propria economia, e la preoccupazione di non mettere in discussione un sistema sociale tra i più avanzati del mondo. Il referendum è solo consultivo: la decisione finale spetta al parlamento, ma il governo si è impegnato a rispettare la volontà popolare. L'euro non circolerà in Svezia prima del 2013. Una netta vittoria dei sì invece al referendum sull'adesione all'Ue in Estonia. Il fronte dei favorevoli ha vinto la consultazione con il 67 per cento dei voti. Contro l'adesione si sono espressi il 33 per cento degli elettori.