Tremonti all'Ecofin: «Finiremo cotti dai cinesi» Solbes promette di contenere il numero dei regolamenti. Avviata un'iniziativa per riequilibrare i cambi
Benché non ancora definita e per ora protetta da un grande riserbo, tale iniziativa è parte integrante di un documento redatto dalla presidenza italiana dell'Unione europea sui problematici rapporti commerciali tra i Quindici e Cina, del quale il ministro italiano Tremonti ha annunciato ieri l'«approvazione» (con alcuni emendamenti) a Stresa. Questo documento sarà presentato alle riunioni ministeriali del G7 finanziario e del Fondo monetario internazionale, in programma la prossima settimana a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. In quell'occasione i ministri dei Quindici ne discuteranno con i loro omologhi degli altri Paesi, soprattutto con gli Stati Uniti, che pochi giorni fa hanno inviato il loro segretario al Tesoro, Snow, a Pechino per persuadere le autorità della Cina popolare a rivalutare lo yen, attualmente legato alla quotazione del dollaro americano e, dunque, più debole del dovuto, secondo i criteri dei mercati valutari. Un'iniziativa a questo riguardo è stata giustificata a Stresa anche dal presidente uscente della Banca Centrale europea, Duisenberg. «Senza ogni dubbio - ha detto - a medio e lungo termine è necessario che abbia luogo un aggiustamento, o nei prezzi, o nei tassi di cambio». «La maggior parte dei Paesi asiatici - ha aggiunto il numero uno della Bce - hanno legato la loro moneta al dollaro. Ciò significa che il fardello ricade sull'euro e sulle piccole monete. Noi sappiamo che per quei Paesi c'è un passaggio a un regime di cambio flessibile». Il ministro delle Finanze olandese, Zalm, a Stresa ha proposto che il valore della moneta cinese venga in futuro calcolato secondo un «paniere» di diverse valute estere, comprendente anche l'euro. Da parte sua, Tremonti ha ripetuto ai propri colleghi comunitari le sue considerazioni espresse la settimana scorsa a Cernobbio sull'«eccessiva regolamentazione» dell'Unione europea. «In Europa - ha sostenuto il ministro dell'Economia - ci sono molte regole fondamentali, che sono un investimento e vanno conservate. Altre sono, però, eccessive e rappresentano un costo». Il ministro ha pertanto messo in guardia l'Europa contro il rischio «di fare la fine di una gallina, messa in pentola da un cuoco cinese». «Non parlo solo della Commissione europea - ha proseguito Tremonti -, ma di tutti i produttori di normative». Citando come cause di questo eccesso «la burocrazia, ma anche l'ideologia», Tremonti ha affermato che «c'è un eccesso di costi tra un Paese che non ha regole e uno che ne ha in modo eccessivo. È un costo che nella competizone l'Europa non può permettersi». La tesi del ministro italiano è stata condivisa dal commissario europeo all'Economia, Solbes, che a Stresa ha garantito lo sforzo dell'Esecutivo comunitario per «contenere al minimo l'attività regolamentativa». «È saggio - ha asserito Solbes - cercare di analizzare i regolamenti per ridurne il numero. In questo non siamo in contrapposizione, bensì in sintonia». «Dal presidente della Banca europea per gli Investimenti Maystadt - ha, infine, comunicato Tremonti - abbiamo avuto notizie fortemente positive sullo stato d'avanzamento dei lavori per i progetti delle infrastrutture europee».