«Ci sono riscontri. Prodi e Dini dovranno chiarire»
Lo dice a «Il Tempo» il Senatore dell'Udc Maurizio Eufemi, membro della Commissione d'inchiesta su Telekom Serbia. Senatore Eufemi, lei ha espresso delle perplessità sulla presenza di tutte le carte che avevate richiesto. «Ho riscontrato nei documenti la mancanza dei riferimenti di cui aveva parlato Marini negli interrogatori. Ad interrogare Marini eravamo in 5 e soltanto noi eravamo in grado di verificare la rispondenza delle carte trasmesse dagli svizzeri con quanto era stato detto». L'opposizione parla di una manina. «Il centrosinistra ha svolto un'azione di disinformazione. Lo dimostrano le dichiarazioni di ieri e l'immediata convocazione di una conferenza stampa». Che cosa avete trovato sulla società «Shine», nella quale erano presenti anche consulenti di Nomisma (società Presieduta in passato da Romano Prodi), che fornì alla Jundor trading uno studio sulle tlc? «Su questo sono stato molto prudente. Ho visto la corposa documentazione sulla "Shine". E' necessario svolgere un accertamento puntuale». Come avete intenzione di muovervi nella trasferta di Belgrado? «Dal 25 settembre al 3 ottobre abbiamo previsto incontri con il direttore della Beogradska Banka e di una serie di personaggi politici che avevano responsabilità in quel tempo rispetto a questo affaire. Dobbiamo recuperare della documentazione e fare delle verifiche per un accertamento serio. Dobbiamo verificare la disponibilità di chi dovremmo ascoltare. Approfondiremo anche le dichiarazioni del pm al processo Milosevic Carla Del Ponte, che ha rivelato la presenza di carte da non gettare nel cestino». I riscontri delle cose dette da Marini ci sono? «Abbiamo avuto modo di verificarne alcuni. Abbiamo trovato il documento sul trasferimento dei 120 milioni di dollari giunti dalla Jundor trading alla Paribas del Principato di Monaco per pagare gli intermediari. Abbiamo trovato anche i riferimenti al titolo di 50 milioni della Banca Negara Indonesia. Nella documentazione ci sono i bonifici. Ora è necessario indagare sulla distribuzione del denaro. Quindi è necessario riascoltare Marini. Per vedere cosa manca dalle carte giunte dalla Svizzera perché nella documentazione di accompagnamento inviata dalla Svizzera si fa riferimento alla totalità della documentazione relativa al reato di riciclaggio. Quindi hanno limitato la documentazione a questi aspetti. Mentre negli interrogatori a Torino il riferimento era a 40 faldoni. I dossier che abbiamo visto erano 5». Ora che tipo di distinzione farete nel vostro lavoro? «Ieri abbiamo avuto conferma che il valore società acquisita era sproporzionato rispetto al prezzo reale. Questa operazione è stata costruita per garantire dei fondi occulti. Lo stesso sistema di pagamento si scontra rispetto alla limpidezza necessaria ad un'azienda pubblica. Questo è una dimostrazione palese di aggiramento delle norme fiscali che un'impresa pubblica, come lo era Telecom allora, avrebbe dovuto evitare. Questo richiede un ulteriore esame della documentazione che non può essere fatto con una lettura laser come quella della sinistra. Quindi non si possono dare giudizi definitivi». Cosa chiederete a Prodi, Dini e Fassino? «Gli domanderemo qual è la loro posizione e responsabilità rispetto ai gridi di allarme che venivano dall'ambasciatore a Belgrado Bascone e abbiano permesso che l'operazione andasse avanti. Ma prima di loro ascolteremo i manager Telecom Giuseppe Gerarduzzi e Tomaso Tommasi di Vignano che devono spiegare come è maturata la decisione su questa operazione. Ma prima ancora di fare tutto questo è necessario verificare l'attendibilità di tutti i documenti ricevuti».