Berlusconi spiega la manovra: tagli e sacrifici
Silvio Berlusconi, parlando all'inaugurazione della Fiera del Levante, ha messo i paletti nella prossima manovra economica, chiarendo che non potrà comunque soddisfare tutte le richieste, vista anche la situazione dei conti pubblici. In questo quadro il presidente del Consiglio ha sottolineato con forza l'urgenza e l'improcrastinabilità della riforma delle pensioni, pena «il tracollo sociale». «Non si può andare in pensione a 56 o 57 anni - ha spiegato il premier - e non si tratta solo di un problema di cassa, ma anche di equità. Qualcuno ci accusa di seminare il panico e che parliamo spesso di riforma previdenziale. Ma la realtà è che non si può più andare avanti così. Senza interventi strutturali in un futuro non lontano ci sarebbe un choc, un tracollo sociale, con lo Stato senza soldi per pagare le pensioni». Nel suo intervento il presidente del Consiglio ha spiegato quali sono le motivazioni che porteranno il governo a prendere determinate decisioni in materia di finanza pubblica. «Il Pil non cresce - ha detto - e continua la dinamica di incremento della spesa con il rischio di far crescere il rapporto deficit-pil al 3%, mentre l'Unione europea ci chiede di rimanere intorno all'1,8%». Di qui la necessità di interventi di correzione, che dovranno ridurre di 16 miliardi di euro «il monte della spesa pubblica» un'operazione che è stata già esaminata insieme alle istituzioni comunitarie. «Abbiamo ottenuto - ha aggiunto il premier - che se l'Italia riuscirà a mettere in campo la riforma strutturale delle pensioni la manovra potrà essere composta per due terzi da iniziative una tantum come il condono edilizio e per un terzo da riforme strutturali». «So che il condono edilizio dà fastidio a tutti, ma abbiamo l'esigenza di trovare tremila miliardi di vecchie lire e quindi non possiamo farne a meno». In questo quadro non si potranno accontentare tutte le richieste, anche se cinque miliardi di euro saranno comunque destinati allo sviluppo e agli incentivi. «È il risultato - ha ancora detto Berlusconi - di tanti e tanti anni di mal governo ormai alle nostre spalle. Siamo solo dei ragionieri che si confrontano con i libri del bilancio dello Stato» ha aggiunto spiegando che di questi cinque miliardi solo 2,5 potranno essere utilizzati per gli investimenti in ricerca e innovazione, essendo l'altra metà impegnata in opere già avviate. Tra le tante iniziative per il rilancio della ricerca e dell'innovazione, il governo pensa anche al ritorno degli scienziati italiani che hanno lasciato il nostro Paese per andare a lavorare all'estero: un'iniziativa che si potrà attuare, secondo il premier, fissando particolari incentivi. Berlusconi si è anche augurato di poter riformare il sistema di esame e approvazione della Finanziaria, pur senza toccare tutte le prerogative del Parlamento. «È impossibile pensare che si discuta della manovra per sei mesi di fila pensando anche a quella dell'anno successivo. Bisogna mettere il governo - ha proseguito - in grado di far quadrare i conti». Una parte del suo intervento il premier l'ha dedicata al Mezzogiorno, garantendo l'impegno dell'esecutivo nel progetto della banca del Mediterraneo e ricordando come sia «ridecollato» il sistema del credito di imposta sull'occupazione. Berlusconi ha anche accennato alla legge 488 (che non sarà modificata) e ha affermato che è stato pienamente rispettato il contratto con gli italiani per quanto riguarda la politica economica per il Sud. Berlusconi ha anche colto l'occasione per ricordare i successi del governo. «L'Esecutivo sta facendo un grandissimo lavoro, la Casa delle Libertà dimostra di saper governare, al contrario della sinistra che è ferma ancora all'anno Zero ed ha già dimostrato la sua inidoneità a guidare il Paese». Il premier ammette che la prossima Finanziaria non potrà accontentare tutte le richi