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Telekom Serbia, trovati i bonifici di Marini Ricostruita nelle carte svizzere l'operazione di riciclaggio di 170 milioni di dollari, manca una tranche

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E una impressionante conferma documentale dell'operazione di riciclaggio della presunta tangente nata da quell'operazione nelle esatte modalità raccontate da Igor Marini davanti ai magistrati svizzeri e di Torino nell'interrogatorio del 19 maggio 2003. Stanno chiarendosi, grazie alle carte partite da Berna e inviate alla magistratura torinese nonchè alla commissione di inchiesta parlamentare, molti lati oscuri della vicenda Telekom Serbia. Primo fra tutti il coinvolgimento di importanti banche italiane nella operazione condotta da Stet. Su mandato della Stet International Netherlands (Sin), che avrebbe poi compensato tutto il 10 giugno 1997 sul suo conto 0230/309622622, sono partiti in data 6 giugno 1997 4 maxi-bonifici dall'Italia. Destinazione finale: il conto corrente 002/124399-900 della European Popular Bank Sa collegato alla Beodgraska Banka, sede offshore di Cipro, conto Development of Serbia. Triangolazione operata dalla Commerzbank sede di Francoforte. I 4 bonifici partirono dalla filiale di Torino della Comit (232 milioni di marchi), dalla sede centrale di Roma della Banca di Roma (140 milioni DM), dalla sede centrale di Milano della Cariplo (200 milioni DM) e dalla sede di Torino del Credito Italiano (130 milioni DM). Una seconda tranche di pagamento sarebbe partita l'8 gennaio 1998 ancora dalla Comit (117,18 milioni DM) triangolata dalla Abn Ambro trust. Tutti tasselli importanti, perchè significa che se allora si mossero per cifre tanto rilevanti in modo tanto inconsueto le principali banche italiane, difficilmente lo avrebbero fatto senza un via libera istituzionale. Secondo passaggio: nelle carte svizzere viene confermata passaggio su passaggio l'operazione di riciclaggio della presunta tangente raccontata ai magistrati da Igor Marini. Sia la tranche da 120 milioni di dollari passata dalla Jundor trading alla Paribas di Monaco, sia quella da 50 milioni di dollari poi diventata certificato di deposito della Banca Indonesiana. Non c'è invece documentazione sui 50 milioni di dollari che sarebbero passati attraverso la Zara international. Allegata tutta la documentazione, anche epistolare, intercorsa fra il notaio Boscaro e l'avvocato Paoletti, e quella con Marini, Formica e Giannandrea (i personaggi citati in interrogatorio). La documentazione però riguarda, come prevede la procedura, solo ciò che può essere riconducibile al reato di riciclaggio per cui la Svizzera ha concesso l'estradizione. Non reati di eventuale finanziamento illecito della politica, la cui documentazione, se esistente, non può essere oggetto di rogatoria.

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