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Presto una trasferta a Belgrado

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Opposizione all'attacco dopo l'arrivo in Commissione delle carte svizzere che secondo il faccendiere Marini avrebbero dovuto provare tangenti a politici italiani per l'acquisto nel 1997 del 29 per cento della compagnia telefonica serba da parte di Telecom Italia. In quelle carte non c'è nulla, nessun nome di politici, tuona il centro-sinistra, che chiede alla Commissione di accertare «perchè è stato creato il caso Marini e chi vi ha speculato». Per il centro-destra si tratta di vuoto trionfalismo, visto che le carte vanno studiate con attenzione. E se Carlo Taormina smentisce l'opposizione spingendosi a dire che «è falso che le carte non contengano riferimenti a politici», il presidente dei senatori di FI Schifani sottolinea che se anche per ora non ci fossero i nomi «lo scandalo resta». La polemica scoppia dopo che i componenti della Commissione hanno il via libera alla consultazione delle carte. «Nomi di politici non ce ne sono, nè riferimenti alla vicenda Telekom Serbia» fanno sapere subito i capigruppo della Margherita Michele Lauria e dei Ds Giovanni Kessler. Sull'altro fronte il primo a contrastare le tesi del centro-sinistra è Giuseppe Consolo, capogruppo di An in Commissione: «Chi dice di aver letto le carte è una persona poco seria, perchè si tratta di circa 2000 documenti, la maggior parte dei quali in inglese, francese e tedesco». Ma è Taormina a ribaltare le conclusioni dell'opposizione, parlando di «campane a morte per il centro-sinistra: le carte di Marini sono piene di importanti riscontri anche con riferimento ai beneficiari del bottino». Si tira fuori dalla polemica il presidente della Commissione Enzo Trantino: «non ho letto le carte» e «non appartengo a nessun cartello della maggioranza o dell'opposizione». Ma è lui stesso a ventilare l'ipotesi che la Commissione possa ancora sentire Marini. La Commissione ha deciso una trasferta a Belgrado dal 25 settembre al 3 ottobre per ascoltare 11 persone, tra cui personaggi di spicco della politica serba durante il regime di Milosevic. Quanto alle audizioni di Prodi, Dini e Fassino, la Commissione deciderà la prossima settimana.

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