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di CARLO ANTINI «RILANCIARE nel Paese un grande progetto riformista cristiano».

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L'incontro si concluderà domani e oggi è prevista anche la presenza di Rocco Buttiglione, ministro per le Politiche comunitarie. «Il progetto riformista - ha proseguito Costalli - deve partire dalle comuni radici cristiane e coinvolgere organizzazioni sociali, uomini di cultura, operatori sociali che abbiano a cuore il Paese. Occorre avviare un nuovo clima di relazioni industriali dove alla logica dell'antagonismo fine a se stesso si contrapponga un'alleanza per la competitività e l'inclusione sociale tra gruppi di interessi contrapposti, a cui da tempo ci invitano le autorità comunitarie. L'attuazione della riforma Biagi sul mercato del lavoro dà una risposta pragmatica e concreta alle nuove esigenze, una risposta che va nella giusta direzione». Nella giornata inaugurale di ieri si è parlato soprattutto di Europa e nuova Costituzione comunitaria. «O sarà Europa cristiana o non sarà Europa - ha dichiarato Noè Guidoni, responsabile ufficio formazione Mcl». L'Unione europea sta vivendo un momento decisivo della sua storia e siamo ad un passo dalla nuova Costituzione. Per questo il Movimento cristiano lavoratori cerca di creare un vivo dibattito sulla necessità di inserire salde radici cristiane nel futuro del nuovo testo costituzionale. Al centro del dibattito anche le importanti trasformazioni che stanno affrontando i vari Paesi d'Europa in vista di una sempre maggiore integrazione comunitaria, economica e politica. «L'Europa sta vivendo un momento fondamentale - ha ribadito Noè Guidoni, responsabile dell'ufficio formazione del Movimento cristiano lavoratori - L'adesione di nuovi Paesi pone la domanda del fondamento di questa costruzione europea». Anche Lorenzo Ornaghi, rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha affrontato il tema della costruzione europea. «Il mondo politico e sindacale hanno preso atto in ritardo di quanto stava avvenendo in Europa. Quanto sta avvenendo attorno alla stesura della Carta costituzionale sta dimostrando che il vero nodo da sciogliere è quello politico».

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