Telekom, dubbi sulle carte arrivate dalla Svizzera
Il legale del faccendiere: non capisco che tipo di cernita possano aver fatto le autorità elvetiche
Intanto, il faccendiere ha confermato la propria ricostruzione dei fatti davanti ai magistrati torinesi che l'hanno ascoltato nel carcere delle Vallette. «Marini - ha commentato il suo legale Luciano Randazzo - è stato sottoposto a una prova inaspettata che ha un grosso valore probatorio. Sono soddisfatto perché cominciano ad esserci riscontri seri e importanti, a parte le carte svizzere. È stata una prova inaspettata, non un tranello». Randazzo ha ribadito che «sarebbe opportuno che si cominciasse a pensare a qualche grossa iscrizione nel registro degli indagati» e ha detto che a Marini è stata indirizzata «una nuova, esplicita minaccia di morte con una terza lettera che è stata sequestrata e acquisita agli atti». «Marini - ha aggiunto - continua ad essere minacciato in maniera pesantissima. Le minacce sono significative della sua "pericolosità"». La decisione di non consentire prima di venerdì prossimo la consultazione delle carte inviate dalla Svizzera, in tutto 400-500 pagine, è stata dettata - ha dichiarato il presidente della Commissione, Enzo Trantino (An) - da «una necessità di par condicio». «Tutti i commissari partiranno alla pari nella consultazione delle carte. La decisione - ha aggiunto il presidente - è stata presa anche considerata l'imminenza della riapertura dei lavori della Commissione e per un atto di riguardo nei confronti della collegialità della Commissione». I documenti arrivati ieri a Roma dovrebbero essere quelli sequestrati l'8 maggio scorso a Lugano, quando una delegazione della commissione parlamentare, accompagnata da Igor Marini, si recò nella città svizzera per recuperarli. Le carte fanno parte dell'eredità del notaio Gianluca Boscaro, morto nel 2002, che, secondo il racconto di Marini, avrebbe gestito insieme all'avvocato Fabrizio Paoletti e altri il riciclaggio della presunta tangente Telekom Serbia. Ma sul materiale arrivato ha forti dubbi l'avvocato Randazzo, che da tempo va ripetendo il sospetto che le autorità svizzere non abbiano consegnato tutti i documenti. «Io - ha detto a margine dell'interrogario di Marini - ho un elenco preciso di tutto il materiale. Si tratta di una quarantina di faldoni, che sono contraddistinti ognuno da un riferimento specifico. Non capisco che tipo di cernita possano avere fatto le autorità svizzere prima di inviare il materiale in Italia». Randazzo si è lamentato della scarsa collaborazione, nell'ambito delle indagini difensive, degli esponenti politici.