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Gasparri, il ddl non slitta. Ok a ottobre

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Il presidente di Viale Mazzini: mi dimetterò subito ma il mio non è ostruzionismo

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Il ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri ha risposto così ai giornalisti che lo hanno avvicinato a margine del dibattito sulla Rai con Lucia Annunziata alla Festa Tricolore di Mirabello. «C' è una totale disinformazione - ha detto Gasparri - Si fa quello che era previsto. Questa volta viene calendarizzato nella prima settimana di lavoro della Camera a settembre e la fase per così dire decisiva sarà inevitabilmente all'inizio di ottobre, perchè il secondo calendario può prevedere il contingentamento dei tempi e del numero delle votazioni. Come si vede non c'è nessuno slittamento». Nel frattempo il Presidente della Rai Lucia Annunziata conferma che si dimetterà subito dopo l'approvazione del Ddl Gasparri perchè è una legge dannosa per la Rai e perchè così sarà possibile dare un governo non transitorio all' azienda. Le dimissioni - ha detto il presidente Rai - sono legate al Ddl così com' è. È una legge dannosa per la Rai, non mi convince del tutto. Preciso che aspetto l'approvazione della legge perchè il mio non è un atto di ostruzionismo. Non voglio distruggere, non è il mio ruolo. Non sono soggetto politico, sono solo il presidente della Rai». Il secondo punto che l' ha portata ad annunciare le dimissioni è l' accorciamento della vita del Cda prevista dal Ddl: «È giusto - ha detto Annunziata - che la legge lo accorci. Il Parlamento è sovrano. Però allora si va via quando la legge è approvata, perchè così si dà un governo non transitorio alla Rai». Gasparri ha però sottolineato che sulla legge «il confronto è sempre aperto. Il testo è stato già molte volte modificato dall' inizio dell' iter, il 6 settembre 2002, e oggi è molto diverso. Però siamo anche in terza lettura e quindi penso sia anche tempo di decisioni dopo il confronto». «Ma confronto - ha detto ancora il ministro - non è muro contro muro. L' opposizione ha presentato migliaia di emendamenti, scegliendo essa per prima la via dello scontro. Confronto non vuol dire far governare la minoranza. Crediamo si sia fatto già molto. Tra l' altro la legge è indispensabile: la Rai perderebbe dalla non legge la pubblicità su una rete, 150 milioni di euro in più. Per il digitale la Rai deve spendere nei prossimi tre anni 180 milioni. Di pubblicità ne perderebbe 450, molto di più dell' investimento che deve fare». Lucia Annunziata ha poi smentito di aver firmato per il Corriere della Sera. Lo ha detto lei stessa in riferimento alle voci che secondo cui, dopo le dimissioni, andrebbe a Pechino come corrispondente del quotidiano milanese. «Vi pare che il presidente della Rai - ha risposto Annunziata - firmi un contratto o che possa cercare un lavoro mentre sta lì? Sarebbe un evidente conflitto di interesse. Avendo fatto io del conflitto di interessi il mio punto di forza non potrei applicarlo a me».

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