Fi: «La sinistra finanziò un genocidio» Bondi: «Non si osi più parlarci di questione morale». Casini: «Rispetto per le persone»
Forza Italia non molla, anzi rilancia. Il portavoce azzurro Sandro Bondi torna sull'affare Telekom-Serbia per dire da che sono «da dimostrare e verificare» responsabilità su eventuali tangenti, ma esiste comunque da parte di Prodi, Fassino, Dini e altri esponenti della sinistra «la responsabilità politica di aver sostenuto con questa vicenda, seppure indirettamente, un regime criminale e finanziato il genocidio di un popolo». «Quanto a eventuali tangenti che sono corse nell'affare Telekom-Serbia - afferma Bondi - devono essere dimostrate e verificate e non saremo noi, da sempre contrari a processi sommari sulle piazze e sui giornali, ad emettere sentenze anticipate». Ma per il portavoce di Forza Italia, «Prodi, Fassino, Dini e altri esponenti della sinistra hanno una responsabilità politica della quale dovranno rendere conto di fronte alla coscienza civile del popolo italiano nell'aver sostenuto, con questa vicenda, seppure indirettamente, un regime criminale e finanziato il genocidio di un popolo». «Chi ha fatto della questione morale e di una supposta diversità morale una bandiera - va avanti Bondi - un'arma per processare tutti gli avversari politici, dovrà dare spiegazioni convincenti. Ma nel frattempo non osino mai più parlare di questione morale di fronte a noi». Bondi sostiene che se la vicenda Telekom-Serbia fosse avvenuta con il centrodestra al governo «Berlusconi sarebbe stato linciato sulla stampa e sulle piazze e con lui tutti noi». «Per una sorta di coazione a ripetere culturale - conclude - l'informazione, che rappresenta un'anomalia nel nostro Paese, continua ad applicare due pesi e due misure». Per Osvaldo Napoli, responsabile enti locali di Fi, «alla luce delle dichiarazioni di Lamberto Dini e della Del Ponte è ora che il "trio" Telekom Serbia dica la verità». E aggiunge: «A questo punto non è più il centrodestra che può essere accusato di fomentare illazioni o tentativi di discredito per interessi politici, perchè la lotta ormai avviene all'interno del centrosinistra con il motto "ognuno salvi se stesso"». Cerca di sedare gli animi il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini che invoca «il rispetto delle persone» dovuto anche al fatto, ha spiegato, che in passato «molte pseudo sentenze si sono rivelate false». All'opposizione, invece, Casini chiede il rispetto della stessa commissione. «Io chiedo verità e non strumentalizzazioni certezze e non presunzioni». Ed aggiunge che il centrosinistra ha certamente sbagliato nel decidere di non partecipare ai lavori della commissione d'inchiesta. Il presidente della commissione europea Romano Prodi si dice convinto che «non è molto lontano il giorno in cui mi chiederanno scusa» per le accuse infondate che gli sono state rivolte. Ed pone il problema della proprietà e del controllo dei giornali e delle tv perchè «non si era mai vista una campagna così dura» contro il presidente della commissione europea.