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«E io confuto l'inviato di Clinton»

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Se fosse così, ci dica quando e con chi. Altrimenti taccia». Così il senatore Lamberto Dini risponde a quanto pubblicato ieri dal settimanale Panorama che ha riportato quanto affermato dall'allora inviato speciale del presidente Bill Clinton per i Balcani, secondo cui «è falso che noi americani incoraggiavamo altre nazioni a investire in Serbia». «Mi dispiace di dover confutare le dichiarazioni su Telekom Serbia. Esse - dice Dini - contraddicono quanto dichiarato recentemente alla stampa italiana dal signor James Rubin, al tempo consigliere del segretario di Stato Madeleine Albright. Nel periodo della trattativa Telecom il signor Gelbard, inviato di Clinton nei Balcani, non era un diretto interlocutore del governo italiano, come lo era invece il Dipartimento di Stato, il quale, nè prima nè dopo, ci ha mai posto domande circa l'acquisizione della Telecom in Serbia. Non mi risulta pertanto che il governo americano abbia mai fatto conoscere il suo parere circa quell'investimento, del quale del resto ne venne anch'esso a conoscenza solo a cose fatte, come ha dichiarato lo stesso signor Gelbard. È bene non giocare con le parole: il governo Usa può non avere incoraggiato investimenti in Serbia, ma certo non li ha mai scoraggiati».

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