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Bisogna debellare quella «giustizia infame»

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Bondi portavoce di FI mantiene i toni duri ma aggiusta il tiro: rispetto per le toghe

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«Tra le anomalie italiane - dice - c'è una parte della magistratura che persegue ancora finalità di carattere politico, negando così la ragione d'essere della sua funzione. Finché non sarà debellata questa giustizia infame, come l'ha definita Enzo Tortora in una lettera struggente alla figlia, che disonora la civiltà giuridica del nostro Paese, non potremo dire di vivere in un paese civile e democratico». «Noi non ci battiamo contro la magistratura, verso la quale abbiamo rispetto - precisa l'esponente azzurro -. Nutriamo stima per il lavoro onesto e imparziale della maggioranza dei magistrati italiani». «Noi - sottolinea Bondi - ci battiamo per restituire credibilità e fiducia alla magistratura, per difendere e tutelare la vera autonomia e la vera indipendenza dei magistrati contro quei demoni, come li ha definiti Dostoevskji, che tradiscono lo spirito più autentico della giustizia e della verità. Nessuno può negare questa realtà». «In Italia la transizione è difficile per tre ragioni fondamentali - dice Bondi riprendendo un argomento di Berlusconi - la prima è rappresentata da una sinistra che ha mancato tutte le occasioni per rinnovarsi e per presentarsi come una sinistra democratica e un'opposizione credibile di governo». Una sinistra «che -aggiunge - ricorre continuamente all'arma della delegittimazione e della denigrazione nei confronti di una maggioranza che ha avuto il consenso degli elettori e contro Berlusconi». «La seconda anomalia - prosegue il portavoce di FI - è data da una parte della magistratura» ancora politicizzata, e la terza anomalia «è rappresentata dall'informazione, che per una sorta di coazione a ripetere, continua ad applicare due pesi e due misure». Interviene anche il ministro Scajola secondo il quale «fa ribrezzo» che si alzi il polverone su «una dichiarazione estiva in libertà di Silvio Berlusconi». Parole dette «non nell'ufficialità ma come espressione di un sentimento in libertà». Ma la sinistra lo fa «per debolezza e paura che il governo Berlusconi si perpetui per i prossimi decenni».

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