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Secondo Robert Gelbard, ex inviato speciale dell'allora presidente americano Bill Clinton per il rispetto ...

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In una intervista esclusiva a Panorama, che sarà pubblicata oggi, Gelbard afferma che Washington non aveva «nessuna ragione al mondo per incoraggiare aziende a dare soldi a Milosevic: volevamo investimenti in Bosnia, non certo in Serbia». L'ex ambasciatore americano risponde così a Fassino e Dini sull'affare Telekom Serbia che avevano affermato che l'acquisto del 29 per cento della compagnia telefonica serba da parte della Stet era giustificato dalla politica di Usa e Ue, che incoraggiavano le imprese dei loro Paesi ad investire. Secondo l'ex ambasciatore, quell'acquisto turbò le relazioni tra Stati Uniti e Italia per un certo periodo, anche se la solidità dei rapporti non avrebbe potuto essere incrinata da una questione del genere. «Quella montagna di soldi italiani diede una boccata di ossigeno a Milosevic, gli permise di comprare nuove fedeltà, di continuare a pagare gli stipendi dei militari», prosegue Gelbard. «La notizia dell'investimento - aggiunge - fu accolta con grande preoccupazione dentro al governo americano. Avevamo ragioni per ritenere che l'accordo contenesse elementi di illegalità».

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