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La ripresa c'è, ma l'Europa va al rallentatore

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Italia migliore di Francia e Germania per deficit di bilancio, ma rischia di sforare il tetto del 3% di Maastricht

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Mentre negli Stati Uniti la crescita è del 3%, l'Europa continua a procedere al rallentatore e la ripresa vera e propria arriverà solo fra sei mesi. È questa la valutazione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico in un rapporto reso noto ieri a Parigi dall'economista capo Jean-Philippe Cotis, per il quale, se i segnali di ripresa in Europa tarderanno, la Bce dovrà vigilare e tagliare i tassi di interesse. Ma non è tutto. Secondo le previsioni della Banca mondiale, nel 2004 l'Italia, insieme a Francia, Germania e Portogallo, sforerà il tetto del 3% previsto dal Trattato di Maastricht. Per l'Ocse Italia è comunque meglio di Francia e Germania a livello di deficit di bilancio, anche se «tutti e tre i grandi Paesi di questa regione presentano gli stessi problemi», come ha precisato Cotis. Per l'economista l'Italia registra un deficit di bilancio (3%) migliore del 4% di Germania e Francia per «fattori di miglioramento temporanei». «I tre grandi Paesi della zona euro - ha spiegato Cotis - hanno più o meno gli stessi problemi. L'Italia sta molto meglio di dieci anni fa, ma il contenimento attorno al 3% è stato ottenuto in qualche caso grazie a fattori di miglioramento che non faranno sentire il loro effetto nei prossimi anni». Una ventata di ottimismo riguarda i mesi che mancano alla fine dell'anno, nei quali - stando agli economisti dell'Ocse - «la ripresa dovrebbe ampliarsi», anche se gli effetti sull'occupazione non saranno immediati. «Segnali di ripresa se ne avvertono anche nella zona euro - ha precisato Cotis - ma tardano a concretizzarsi». L'inflazione, fra l'altro, non scende sotto il 2% di media e questo «non è certo un dato soddisfacente per la Bce». Quanto alla deflazione, per Cotis il rischio «non esiste per la zona euro», «si allontana» dagli Stati Uniti e «arretra gradualmente» in Giappone. Ma quale strada deve intraprendere l'Europa per uscire dalla fase di stallo? Cotis è ottimista e crede che la zona euro sarà «trascinata dal clima di ripresa mondiale» già ben avviata. Bisogna soltanto «vigilare» - ha avvertito - affinchè «si inneschino in tempo tutti i fattori necessari». Per quanto riguarda le cause che rallentano la ripresa ai Paesi europei, Cotis ha citato i deficit di bilancio e le tasse. Quanto alle tasse, Cotis ha notato che il problema nella zona euro è che «si abbassano quando le cose vanno bene, ma si abbassano anche quando vanno male, mentre non si tagliano mai le spese». Si tratta di criteri, ha aggiunto, che «rischiano di non essere sostenibili». Di fatto, l'Ocse ha ridotto di metà la sua previsione di crescita per la zona euro nel 2003, sottolineando che ci potrebbe essere bisogno di attenuare ancora la politica monetaria della Banca centrale europea, qualora la ripresa tardasse ulteriormente. Le cifre di previsione parlano infatti di una crescita dello 0,5% contro l'1% previsto nell'anno, nonostante nel secondo semestre i dati della zona euro siano più positivi (1% su base annua). L'Ocse conferma quindi la previsione di crescita dell'economia americana. Buone notizie anche per il Giappone che, «se manterrà la tendenza attuale nel secondo semestre», vedrà la sua economia «registrare un tasso di crescita superiore al 2%». Il merito, riconosce l'Ocse, è della politica monetaria della Banca del Giappone, che comincia a dare risultati.

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