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ANCORA guerra senza esclusione di colpi sulla legge Gasparri.

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La presidente Annunziata attacca la legge che porta il nome del ministro, poi, dopo la replica di Gasparri, arriva un susseguirsi di battute al vetriolo che riguardano persino lo stipendio della presidente di garanzia. DIGITALE - «È sbagliato attribuirmi una posizione contro il digitale e contro la legge» dice Lucia Annunziata. «Come amministratore di garanzia, voglio allertare la politica sui modi, tempi e copertura di risorse a cui andiamo incontro verso la nuova tecnologia. E aggiunge: «Stiamo investendo 250 mila euro per il digitale, lo dobbiamo fare, lo faremo. Oggi un investimento di 250 milioni di euro per la parte tecnologica, significa che domani la Rai ne dovrà spendere altri 1.000 per portare a compimento questa rivoluzione». Replica al vetriolo del ministro Gasparri: «Per la spesa per il digitale spesso si fa la somma delle richieste, ma non è mica necessario fare come per Telekom Serbia, ovvero pagare quello che chiedono, come hanno fatto gli amici di Milosevic». STIPENDIO - «Ho acquisito una dichiarazione dal Cda sul mio reddito e viene fuori che sono un co.co.co, con un contratto di due anni e guadagno un terzo meno di quello che guadagnavo come direttore, prima di venire alla Rai». Così la presidente della Rai, Lucia Annunziata, respinge le polemiche sollevate in passato proprio dal ministro Gasparri sul suo compenso. DIMISSIONI - «Non si erano ancora appassiti i fiori che avevo ricevuto per la nomina al Cda della Rai - dice Annunziata - quando con otto mesi di anticipo mi viene mandato il biglietto dello sfratto. L'unica cosa che ho potuto fare è dire che vado via perchè la Rai non merita semestri bianchi». DDL GASPARRI - Per la presidente Annunziata, la legge di sistema fotografa l'esistente, ma il ministro non è d'accordo. «Capisco ruolo e valutazioni politiche - le risponde - ma non è vero che fotografa l'esistente». Controreplica della Annunziata: «Mi offende chi dice che le mie sono parole politiche. Se volessi fare la militante, lo saprei fare, ma non lo faccio, e non sono mai andata oltre i compiti di un amministratore». Lo scontro fra Gasparri e gli esponenti dell'opposizione non è da meno. «Il ddl di riforma del sistema radiotelevisivo è alla terza lettura alla Camera tra breve ed è tempo per arrivare all'approvazione, per non creare danni al sistema multimediale», afferma Gasparri, ma già dal botta e risposta tra il ministro e i rappresentanti dell'opposizione, ovvero il responsabile della Margherita Paolo Gentiloni, il presidente della Vigilanza Claudio Petruccioli e il senatore dielle Luigi Zanda, si prospetta un nuovo muro contro muro. Petruccioli sostiene che i punti da modificare nel ddl sono soprattutto due: «Ridimensionare e precisare i limiti del sistema integrato delle comunicazioni, e cambiare le norme per la nomina del Cda Rai». Difende invece i nuovi limiti antitrust il presidente Mediaset Fedele Confalonieri secondo il quale «il Sic è il modo più moderno di considerare i limiti antitrust. Anche perchè i giornali sono diventati dei veri e propri punti vendita». Replica il ministro Gasparri sottolineando che la composizione del Cda Rai disegnata dalla sua legge «rende presenti tutte le opinioni nel consiglio, è una forma di democrazia ed è garantista». Giu.Cer.

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