«Non dipendiamo da Marini e Ariosto» Nuovo appello per le riforme: «Cercate il consenso dell'opposizione»
La disponibilità al confronto della Cdl, che ha rimesso al centro della scena politica il tema di nuove regole istituzionali dopo il lavoro dei quattro saggi in Cadore, per ora resta lettera morta. Lo scontro in atto sulla vicenda Telekom Serbia pesa sul clima politico e sul cammino delle riforme, tanto che il leader dei Ds Piero Fassino chiude con nettezza: «Non si può chiedere a Fassino, a Prodi e a D'Alema di essere interlocutori per le riforme istituzionali e della previdenza mentre si dice che hanno preso tangenti». Lo stesso Casini non nasconde di essere preoccupato dal clima di tensione e invita i due poli a «non affidare il bipolarismo alle dichiarazioni di un Marini o di una Signora Ariosto». Ma il Presidente della Camera, parlando di riforme alla Festa dell'Udeur a Telese, non rinuncia a prospettare un terreno d'incontro. Loda la bozza della Cdl e invita la maggioranza «a cercare un'ampia intesa anche con l'opposizione», a «non fare lo stesso sbaglio» che portò il centrosinistra ad approvare il federalismo con una sola manciata di voti di differenza. Il dialogo però non decolla. Il capogruppo dei ds Luciano Violante esprime dubbi di fondo: «L'impressione che abbiamo è che affrontare ora le riforme istituzionali sia un escamotage, una fuga in avanti per non risolvere la difficile situazione economica e sociale che angoscia gli italiani». «Non c'è spazio per bicamerali, tavoli separati o per "crostate"» mette in chiaro Violante riferendosi al celebre patto della scorsa legislatura. Semmai, si discuterà in Parlamento quando la Cdl presenterà la sua proposta. Per i Verdi e il Pdci, poi, il dialogo è addirittura «impossibile». «Si usano le commissioni parlamentari come clave propagandistiche per delegittimare l'opposizione e i suoi leader, poi si vorrebbe dalla stessa opposizione una disponibilità al dialogo sulle riforme», chiude il capogruppo del Pdci Marco Rizzo. Anche il Verde Alfonso Pecoraro Scanio punta il dito contro la «strategia dell'aggressione continua» della maggioranza. Un confronto democratico, mette in chiaro, è improponibile senza la disponibilità della Cdl a risolvere i nodi del conflitto di interessi e del pluralismo nell'informazione. «C'è tutto il tempo per un confronto con l'opposizione - insiste invece Domenico Nania, uno dei saggi della Cdl - siamo in tempo utile per avviare un dialogo in Parlamento e cercare un confronto con l'opposizione. Siamo solo a metà legislatura...».