I SINDACATI IN ATTESA DELLE PROPOSTE GOVERNATIVE
Cisl e Uil pronte al dialogo, Cgil alle barricate
Cgil determinata a proseguire da sola verso il muro contro muro. Dopo il vertice per gettare le basi dell'intesa sulla riforma previdenziale, i sindacati si prendono una pausa di riflessione prima di pronunciarsi. Bisognerà infatti conoscere nel dettaglio il contenuto della prima riunione fra Maroni (Welfare), Tremonti (Economia), Alemanno (Risorse Agricole) e Buttiglione (Politiche Agricole). Il compito di fare il punto sulla situazione è affidato alle segreterie di Cisl e Cgil convocate per oggi e a quella della Uil che seguirà domani. In attesa della riunione conclusiva della task force ministeriale fissata per domani cui seguirà il confronto con le parti sociali, le posizioni sono delineate. E pare arduo ricomporre l'unità sindacale sulla questione. Confermato il no ad interventi strutturali, all'introduzione dei disincentivi e della decontribuzione per i neo-assunti di almeno tre punti, le tre confederazioni si dividono sul resto. A cominciare dalla proposta degli incentivi per allungare la vita lavorativa di chi ha raggiunto i requisiti del trattamento di anzianità (57 anni di età e 35 di contributi). Cisl e Uil la considerano con favore a patto che siano salvaguardati il principio della volontarietà del lavoratore e i diritti acquisiti. Il leader della Uil Luigi Angeletti l'ha ribadito ieri bocciando però l'ipotesi di «ricorrere a leggi prescrittive dell'età pensionabile». Inoltre Angeletti ha criticato l'allarmismo che circonda la delicata questione della riforma. «Non esiste un'emergenza dei conti Inps» ha detto, denunciando «la pessima propaganda» che rischia di ottenere l'effetto opposto spingendo «le persone ad andare in pensione appena possono». Del resto, anche sul metodo, le due sigle sindacali marciano fianco a fianco. I provvedimenti sulla previdenza non vanno inseriti nella Finanziaria ha ammonito il leader della Cisl Savino Pezzotta con «l'unico scopo di fare cassa» per riequilibrare i conti pubblici. La Cgil, invece, resta contraria agli incentivi su tutta la linea. Li giudica insufficienti perché è inutile aumentare la retribuzione per prolungare il periodo lavorativo, senza computare questo periodo ai fini pensionistici. A. P.