FASSINO si difende.

Ha ricordato che era stata degli Usa e della Ue «la scelta di favorire l'evoluzione democratica dei Balcani, Serbia compresa». Le aziende, quindi, «furono sollecitate a investire». E lo fecero, ha ricordato, imprese tedesche, americane, italiane, francesi e inglesi, «ma nessuno - ha aggiunto - si è mai sognato di nominare una commissione d'inchiesta». La trattativa con la Serbia, ha detto ancora Fassino, «era nota e il governo non ha avuto alcun ruolo perchè non doveva averlo». A livello internazionale, cioè, non c'era nessuna strategia di isolare Milosevic e quindi il governo non intervenne. Quanto al costo dell'operazione (che poi si rivelò fallimentare, TS venne acquistata a quasi 900 miliardi e venne rivenduta a poco più di 200), la decisione fu «aziendale e non politica». È la stessa versione data dall'ex ministro degli esteri Lamberto Dini che invita la commissione parlamentare a fargli sapere se c'è qualcuno che sostiene che egli venne informato della vicenda Il centrosinistra è tutto con Fassino. I calunniatori ed i diffamatori, ha affermato Francesco Rutelli, devono pagare per quello che hanno fatto di male. In una nota la segreteria Ds ha sostenuto che è «evidente» la responsabilità della Cdl e di Berlusconi nell'«aggressione politica» contro l'Ulivo allo scopo di «delegittimare gli avversari». «Nell'avvelenamento del clima politico - sostiene Luciano Violante - Berlusconi ha responsabilità politiche ben precise». Franco Monaco (Margherita) e Giovanni Russo Spena (Prc), intanto, accusano Enzo Trantino di An, presidente della commissione parlamentare che indaga sull'affare Telekom-Serbia, di non svolgere una funzione di garante ma di usare la commissione per attaccare gli avversari. Poi, il leader della Quercia è intervenuto di nuovo, ma sulla querela di Berlusconi: «Siamo in una situazione paradossale. È l'unico paese al mondo in cui l'aggredito viene anche querelato. Oltretutto da una persona che si è fatta una legge apposta per cui non può essere neppure querelato o rispondere di qualsiasi altra accusa». Ma ha poi frenato: «Ho usato parole forti perché volevo dare un alt».