Costruire dal basso non contro, ma per il bene comune

Temi che suonano come una sfida a Governo e opposizione in vista della ripresa di settembre. Una sfida che il Meeting ha lanciato mostrando una libertà e una capacità critica senza paragoni: lo ha fatto promovendo un modello, fuori dalle logiche partitiche e dalle lotte di potere, attraverso l'incontro e il dialogo tra uomini provenienti da tradizioni ed esperienze diverse che hanno dimostrato come "un altro mondo è possibile". Non il mondo sognante e astratto dei "girotondini", ma una vera e propria "Bicamerale sociale" capace di costruire dal basso per il bene comune. Non contro, ma "per" questo potrebbe essere lo slogan che sintetizza lo spirito di questo Meeting. Questa posizione "nuova" che in molti hanno indicato come l'unica possibile per affrontare i problemi economici e sociali del nostro Paese non si è mossa genericamente cercando un compromesso politico, ma ha individuato e rilanciato alcune priorità. Fra tutte il lavoro attorno alla riforma della scuola. Il problema dell'educazione è il problema fondamentale: un paese che non investe sull'educazione non ha futuro. Per questo i punti che ci sembrano assolutamente prioritari sono quelli riguardanti la parità scolastica e il futuro della ricerca scientifica. Altra priorità è quella relativa all'impresa sociale. Il Terzo Settore - non profit sta assumendo un ruolo determinante nel processo di superamento del vecchio modello di Welfare State. Ciò nonostante perché possa operare efficacemente ha bisogno di una legge (già esistente, ma ferma in Commissione Giustizia della Camera) che ne riconosca il carattere di utilità pubblica e la natura imprenditoriale. Serve quindi una definizione chiara di impresa sociale come impresa senza fini di lucro, che pure produce utili e che ha come obbligo quello di reinvestirli nel proprio scopo sociale. Terzo punto la necessità di riformare il mercato del lavoro pensando non solo alla distribuzione, ma puntando innanzitutto sulla produzione di ricchezza. Per questo motivo occorre difendere la piccola e media impresa italiana, tessuto su cui si basa tutto il nostro sistema economico, anche dai tecnocrati europei di Basilea 2. Accanto a questi tre filoni altre due questioni fondamentali devono essere risolte con urgenza. Innanzitutto la battaglia per l'autonomia della Fondazioni di origine bancaria. Il tentativo di esproprio messo in atto dal Ministero dell'Economia deve essere fermato, per questo attendiamo con fiducia la sentenza della Corte Costituzionale chiamata ad esprimersi sulla costituzionalità della Riforma Tremonti, nella speranza che riconosca le Fondazioni come persone giuridiche private dotate di autonomia economica e statutaria. Ultimo passaggio è il dibattito sulla Costituzione Europea e sull'introduzione del riferimento alle radici cristiane dell'Europa. Ad oggi più che la Costituzione dell'Europa dei popoli ci sembra la Costituzione delle lobby e dei burocrati. * Vice Presidente Nazionale della Compagnia delle Opere e membro del CNEL