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AVEVA detto che non avrebbe mai messo piede ad una festa di partito e invece Flavio Cattaneo, direttore ...

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L'occasione offerta da Mastella, infatti, ha riunito intorno a un tavolo il ministro delle Comunicazioni Gasparri, il presidente Mediaset Confalonieri e il presidente degli editori Montezemolo e fatto riacceso immediatamente la polemica sulla legge di riforma del sistema radio televisivo, il cui esame è in calendario in terza lettura alla Camera, dopo le modifiche apportate in Senato. La discussione è prevista dal 18 settembre, ma secondo Gasparri un rinvio di una settimana non «sarebbe un problema». Rovente il botta e risposta fra Gasparri e Montezemolo, il quale ha attaccato duramente il ddl sulla Tv dal palco di Telese. «Cosi com'è la legge Gasparri è una occasione mancata, che rischia di incrementare l'anomalia italiana di una tv che assorbe più del 50 per cento della pubblicità. Speriamo che la Camera apporti modifiche alla legge». Ha tuonato il presidente della Fieg. «Ben venga una legge di sistema, l'auspichiamo - ha aggiunto il presidente della Fieg - ma non soffochiamo gli imprenditori dei giornali, non aumentiamo ancora i tetti pubblicitari». Se Montezemolo picchia duro, Gasparri però risponde punto su punto alle critiche. Per il ministro non è vero che il ddl rafforza la grande tv commerciale, «ci sono norme, introdotte in parlamento, per la valorizzazione delle tv locali». E sottolinea: «Non abbiamo stravolto il mercato. Non è stata aumentata la possibilità di raccolta pubblicitaria delle tv. E anche gli editori di giornali potranno entrare nel mercato della tv, una cosa che oggi non è possibile». Una legge «salva-Mediaset»? Per il ministro, se il ddl prevede di superare la sentenza che impone, dal 2004, a Rete4 di trasmettere solo via satellite, ed alla Rai di eliminare la pubblicità da RaiTre, non è per fare un favore a Mediaset. Ma Gasparri mette in guardia chi vuole solo ostacolare la legge: «Se la legge non passa ci sarebbero danni per il sistema televisivo italiano ed una perdita di 150 milioni di euro per mancati introiti pubblicitari per la Rai. E gli stranieri potrebbero passeggiare indisturbati nel nostro sistema televisivo». Della minaccia straniera, ovvero di Sky, parla anche il dg Rai Cattaneo, che difende a spada tratta l'azienda anche con le battute: «Non sapevo che si può vincere anche prima di cominciare a giocare... Sembra che Murdoch abbia già vinto senza ancora scendere in campo. Avrà anche lui difficoltà a stare sul mercato». Cattaneo quindi ridimensiona e punta dritto sul digitale terrestre, altro terreno «spinoso» per via dell'acquisto delle frequenze. «Il processo tecnologico non è una minaccia per il pluralismo - afferma - E con il digitale passeremo dalla Tv da vedere a quella da vivere e il nostro, a differenza di quanto avviene nelle altre nazioni europee, sarà un sistema unico». Contro le sterili polemiche anti-Rai e anti-Gasparri di certa sinistra si scaglia nche il presidente Mediaset Confalonieri che afferma: «Per 5 anni sotto il centrosinistra non abbiamo avuto fastidi. Questa è la cosa che oggi meraviglia, visto che adesso la concorrenza è più forte...». Giu.Cer.

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