Libri di testo non più obbligatori La Moratti non chiude la porta
Moratti ha preso questo impegno ieri a San Severino Marche davanti alla platea dei ragazzi di Gioventù identitaria, la corrente giovanile di An che si richiama alla Destra sociale, e che, attraverso un suo dirigente nazionale, Andrea Del Mastro, le ha chiesto un «grande gesto di libertà» per contrastare la «grossa e squallida speculazione delle case editrici». Il ministro, pur rinviando l'esame del problema (al riguardo esiste una pdl di An per la creazione di un registro dei libri accreditati nel quale gli studenti possano scegliere il testo di studio), ha ricordato che già lo scorso 21 luglio il dicastero ha inviato una circolare alle case editrici bloccando ogni aumento dei costi dei libri di testo. «È un primo passo», ha osservato, abbinato - si è appreso da ambienti a lei vicini - da un monitoraggio sulla condotta delle librerie. Esponendo la sua richiesta, Del Mastro ha anche garantito scherzosamente al ministro la tutela di «squadracce» di giovani per proteggerla dalle contestazioni che alle volte nei suoi interventi pubblici subisce. Contestazioni, però, che ieri a San Severino si sono limitate - si è appreso da fonti della Questura - a un volantinaggio contro la riforma del ministro, promosso nel mercato comunale da Rifondazione comunista e dai Cobas, e svoltosi senza incidenti. Da registrare, invece, un apprezzamento, incassato dalla Moratti, da parte del coordinatore nazionale del movimento giovanile di An Azione Giovani Carlo Fidanza, il quale si è detto «soddisfatto» del ministro per il suo «linguaggio simile al nostro». «I timori per una prospettiva di una scuola troppo orientata verso l'impresa - ha aggiunto - sono stati fugati». Il ministro Moratti ha parlato anche del progetto di credito d'imposta alle famiglie che decidono di iscrivere i propri figli alle scuole paritarie (che insieme alle pubbliche fanno parte del sistema statale), dicendo che si tratta di «una questione di giustizia e di equità». La Moratti ha affrontato il tema rispondendo ai giornalisti che le hanno chiesto come avrebbe replicato a chi l'ha criticata per la proposta, lanciata venerdì al Meeting di Rimini. «C'è un grande equivoco - ha spiegato il ministro - quando si dice che questo progetto favorisce le scuole private, perché in realtà esso mira a dare più aiuti alle famiglie affinché possano liberamente scegliere il percorso educativo per i propri figli». «Perché - ha aggiunto - una famiglia ricca e abbiente può mandare i propri figli a una scuola paritaria, mentre una povera, che non abbia i mezzi, invece ha difficoltà o non se lo può permettere?». «È un fatto di giustizia ed equità - ha ribadito -, poi le famiglie scelgono liberamente».