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Nella Cdl torna il clima di idillio

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Anche la Lega smette di fare polemica e fa l'esempio dei saggi e delle riforme

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Da Forza Italia ad An, dalla Lega all'Udc tutti riconoscono che le liti interne provocano solo seri danni alla coalizione. Soprattutto ora che, come ha affermato Berlusconi, bisogna darsi da fare per trovare nuovi consensi. Il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi è convinto che i partiti del Centrodestra in futuro eviteranno altre divisioni e si daranno da fare per sostenere il governo. Anche la Lega è d'accordo. Ma l'occasione è buona per mettere in guardia gli alleati. Finché si rispetta il programma di governo, ha affermato il coordinatore della Lega Roberto Calderoli, «non c'è motivo di fare polemiche». Lo dimostra il lavoro svolto dai cosiddetti «saggi» della Cdl che hanno predisposto la bozza delle riforme istituzionali da fare nei prossimi mesi. Nel momento in cui, ha fatto presente Calderoli, si è deciso di fare sul serio e di realizzare il programma di governo sulle riforme, i «saggi» senza contrasti e litigi hanno portato a termine il loro lavoro. Per la Lega, quindi, è un esempio da seguire. L'Udc mette le mani avanti. L'appello di Berlusconi, ha precisato il ministro Carlo Giovanardi, è a 360 gradi, cioè rivolto a tutti e non solo all'Udc. «Ognuno - è il suo invito - si faccia quindi un esame di coscienza». Berlusconi «ha perfettamente ragione» anche per il coordinatore di An Ignazio La Russa. Soprattutto, ha aggiunto, quando qualche esponente della Cdl rilascia «dichiarazioni pretestuose» che provocano «polemiche individuali». Ma, avverte La Russa, bisogna «valutare attentamente» quando le dichiarazioni fanno parte di una «normale dialettica» tra i partiti dell'alleanza. Il governatore del Lazio Francesco Storace (An), che nei giorni scorsi ha rimproverato alla Cdl di aver avviato l'iter delle riforme istituzionali senza consultare le regioni, è molto più esplicito. Non creare danni alla coalizione, ha affermato, non significa certamente rinunciare a dire le cose che si pensano. E se eventuali mie dichiarazioni, ha aggiunto non senza ironia, dovessero essere giudicate dannose, vuol dire che si troverà qualcun altro da candidare alla regione Lazio, e «ce ne faremo una ragione». Storace non avrebbe affatto gradito che al vertice di giovedì sera sulle riforme sia stato invitato un rappresentante del Pri e non uno dei presidenti delle regioni governate dal Centrodestra. E. S.

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