Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il sottosegretario Brambilla: «Ora basta con gli annunci che scatenano la fuga»

default_image

  • a
  • a
  • a

Basta effetti annuncio che scatenano la paura dei lavoratori e spingono alla fuga. Circa il 76% di coloro che maturano i requisiti per il pensionamento, non ci pensano su due volte e se ne vanno. Questo va evitato. Altro punto è che bisogna confrontare i metodi di calcolo per le pensioni di tutte le categorie e vedere se sono omogenee. I contributi devono avere lo stesso tasso di rendimento. Tutti devono sapere che avranno una pensione commisurata ai contributi che versano senza eccezioni di alcune categorie. Alberto Brambilla, sottosegretario al ministero del Welfare e grande conoscitore dei problemi previdenziali indica il binario su cui si dovrebbe muovere la riforma previdenziale. Quali sono le priorità per la riforma? «Innanzitutto bisogna ridare certezze ai lavoratori. Le domande di pensionamento sono aumentate e questo indica che le persone temono un cambiamento delle regole e il peggioramento della loro situazione previdenziale. Per evitare la fuga bisognerebbe emanare un decreto che tuteli coloro che pur avendo i requisiti per uscire restano al lavoro. Costoro avrebbero la certezza dei diritti acquisiti e potrebbero andare in pensione con le vecchie regole. Sarebbe un patto di civiltà tra lo Stato e gli italiani per la certezza dei diritti, come ha detto Bossi. Bisogna tranquillizzare i lavoratori e far capire a tutti che chi ha maturato i requisiti per uscire ma rinvia il pensionamento verrà tutelato». Parliamo delle misure allo studio. Quali sono gli interventi più probabili? «Non voglio entrare nel merito degli interventi. Prima di prendere una decisione andrebbe ricalcolata la spesa sociale. Questo vuol dire stabilire quelle che sono le spese previdenziali e quelle che invece sono per l'assistenza. Gli ammortizzatori sociali, le contribuzioni figurative, le pensioni sociali, quelle di guerra, sono previdenza o assistenza? Bisogna fare chiarezza, capire quali sono i settori che chiedono un maggior impegno finanziario. Quando si avrà il quadro chiaro delle spese solo allora si potranno studiare gli interventi». Fare chiarezza vuol dire anche mettere mano alle situazioni di privilegio? «Andrebbero confrontati i metodi di calcolo delle diverse categorie e verificare se sono omogenei. Non è possibile che i rendimenti dei militari e dei dipendenti pubblici siano più alti di quelli dei privati». L.D.P.

Dai blog