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Equità sociale come bussola

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Sa che il terreno è minato: «Dobbiamo modificare il sistema pensionistico, non rivoluzionarlo». E aggiunge: «Non dobbiamo mai perdere di vista l'equità sociale». E poi, più avanti, parte il fendente: «Non si può pensare di tagliare le prestazioni del sistema Welfare spostando le risorse da un sistema all'altro solo perché lo chiede una lobby più potente». E anche se non chiarisce il riferimento, è molto probabile che il ministro del Lavoro ce l'abbia un pochettino con gli industriali. Anche se, uscendo dal Meeting di Cl, Maroni ripete proprio le parole che D'Amato aveva pronunciato nella stessa sede: «Sulle pensioni faremo presto». Insomma, è un'altra giornata delicata per la Cdl sul fronte previdenziale. E un'altra giornata vissuta in equilibrio per il ministro leghista. Anzitutto, la maggioranza è alla ricerca di un'intesa interna, tanto che lo stesso responsabile del Welfare ammette: «Speriamo che il governo trovi un'intesa nelle prossime settimane». E soprattutto cerca in tutti i modi l'intesa con le parti sociali. A cominciare dai sindacati: Maroni cerca di tenere sempre più stretta l'apertura, l'accenno di accordo che ha strappato a Cisl e Uil. Ma dall'altro lato premono gli industriali. Tanto presto che D'Amato fa capire anche che preferirebbe una soluzione drastica: affrontiamo tutto con la Finanziaria, chiudendo la partita a settembre. Sa che la soluzione "tutto in Finanziaria" non piace a Maroni. Che arriva poco dopo al Meeting. I due si vedono e si appartano per venti minuti in una saletta. D'Amato insiste: bisogna fare presto. Teme che, slittato l'autunno, tutto diventerà più difficile. Il ministro del Welfare fa cenno di capire, condivide, assicura che non si andrà oltre la fine di quest'anno. I due si salutano. In sala e in Fiera si diffondono voci di uno scontro durissimo tra i due. Il responsabile del Lavoro cerca di frenare il circo mediatico che è già all'opera contro di lui. Ordina ai suoi di cercare D'Amato, di farlo salire sul palco per mostrare a tutti che non c'è alcuno scontro. Ma il presidente di Confindustria è già sull'aereo privato di ritorno a Roma. F.D.O.

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