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Telekom, i leader dell'Ulivo pronti al confronto

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Il presidente Trantino: «Un'occasione per svelenire le tensioni». FI: «Avete aiutato il regime serbo»

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Servirà a porre così fine «a quest'infamia», ha affermato il presidente della commissione europea che, insieme a Fassino, Lamberto Dini ed anche Rutelli, Veltroni e Mastella, è stato chiamato in causa dal faccendiere romano Igor Marini come presunto destinatario delle tangenti. Prodi, che ha sempre negato di aver ricevuto tangenti, precisa di non aver mai avuto nulla a che fare con la vicenda Telekom Serbia quando era presidente del consiglio. D'accordo con Prodi si è detto Piero Fassino, anch'egli accusato da Marini, che spera di essere ascoltato al più presto per dimostrare l'assoluta infondatezza delle accuse. Il legale di Francesco Rutelli, chiamato in causa da Marini nei giorni scorsi, ha intanto reso noto che il leader della Margherita ha già comunicato ai magistrati di Torino di essere disposto ad essere interrogato in qualunque momento. Anche Clemente Mastella, come Walter Veltroni, si dice pronto ad essere ascoltato ed anche a confrontarsi con il suo accusatore. La disponibilità dei personaggi politici chiamati in causa da Igor Marini a presentarsi davanti alla commissione parlamentare è definita una buona notizia dal presidente Enzo Trantino (An) perchè serve a svelenire il clima di queste ultime settimane. La commissione dovrà ora decidere le date delle audizioni. La polemica intanto dalle presunte tangenti si è spostata sulle «responsabilità politiche» dei leader dell'Ulivo nella vicenda Telekom-Serbia. Per il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi sia Romano Prodi che Piero Fassino e Lamberto Dini dovranno rendere conto di aver contribuito indirettamente «a sostenere un regime criminale e a finanziare il genocidio di un popolo» ad opera di Milosevic. Il portavoce di Prodi ha respinto questa accusa sostenendo che palazzo Chigi non era informato e ricordando che in quegli anni la comunità occidentale, su iniziativa degli Usa, per scongiurare un conflitto si sforzò di stabilizzare la regione balcanica consentendo investimenti finanziari. Ieri è proseguito nel carcere di Torino l'interrogatorio di Igor Marini da parte dei giudici torinesi ai quali il teste aveva fatto il nome di un senatore dell'Ulivo che non è Bordon. Nel carcere di Novara è stato intanto interrogato Zoran Persen, il croato arrestato in Svizzera e trasferito mercoledì in Italia. Persen ha smentito Marini ed ha negato di aver avuto un ruolo nel pagamento delle presunte tangenti per l'affare Telekom Serbia.

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