Piacciono al Tesoro gli incentivi a rimanere
I tecnici sono al lavoro su una rosa di interventi e simulazioni centrati sulla formula degli incentivi per trattenere il lavoratore in attività, da inserire in un emendamento alla delega. «I tempi tecnici per approvare la delega entro fine anno - affermano le stesse fonti - ci sono, vista l'accelerazione del dibattito e l'altissimo consenso». Il Tesoro, tuttavia, non avrebbe abbandonato del tutto l'ipotesi di disincentivi, ma studierebbe interventi soft con cui integrare e rafforzare il piano Maroni: Misure da far confluire in un emendamento del governo al ddl di riforma previdenziale, fermo in seconda lettura al senato. «Con l'accordo politico, i tempi per chiudere con un emendamento governativo entro settembre - osservano le fonti interpellate - ci sono. In tempo per scongiurare una fuga da effetto-annuncio approfittando della finestra di uscita di ottobre ed evitare così un decreto blocca-finestre». Prenderebbe quota, dunque, la strada della delega rivisitata, lasciando la finanziaria 2004 fuori dalla questione previdenziale per evitare il riaccendersi di contrasti sociali e tensioni all'interno della maggioranza. Non vengono, poi, escluse correzioni sul capitolo-decontribuzione: nella forma attuale desterebbe apprensione per la tenuta dei conti pubblici nel medio periodo. Non appare inoltre plausibile un passo indietro sul cumulo lavoro-pensione. L'abolizione del divieto di cumulo, infatti, secondo le valutazioni tecniche del ministero, non costituirebbe una spinta a lasciare il lavoro. La piena applicazione della legge Biagi - spiegano - ed il riordino delle collaborazioni, con la stretta sui co.Co.Co, renderà probabilmente più vantaggioso accettare l'incentivo e mantenere il lavoro originario. Secondo i tecnici del tesoro, peraltro, il tasso di adesione al piano sarebbe «molto alto», soprattutto fra gli impiegati. Quanto alla copertura grazie ai risparmi per la permanenza al lavoro grazie al 32,7% dello stipendio dirottato dai contributi in busta paga.