Formigoni: «Cl non si sposta a sinistra»
Il segretario dei Ds è arrivato alla Fiera di Rimini in ritardo perché il suo aereo non è atterrato all'orario previsto. Al suo ingresso in sala, dove il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni lo attendeva per un dibattito politico, Fassino è stato accolto da una platea divisa tra fischi ed applausi. Poco dopo, però, al momento della presentazione dei due ospiti fatta dal giornalista Renato Farina, sia Formigoni sia Fassino sono stati salutati da un fragoroso applauso. Un confronto «difficile», che Formigoni ha spiegato così, tranquillizzando la platea: «No, Comunione e Liberazione non si sposta a sinistra. Il Meeting è sempre stato un luogo che ha privilegiato il confronto di idee e contenuti. Già nel '91 ebbi un confronto qui con Massimo D'Alema, allora vicesegretario Ds». Di Fassino il governatore della Lombardia ha sottolineato che «a livello personale non posso che dire tutto il bene possibile: è un politico serio. Da Fassino però mi dividono, anche profondamente, le idee. Non c'è alcuna riserva sulla persona». E sempre sulla presenza del segretario della Quercia al Meeting per un confronto sul tema del riformismo, Formigoni ha sottolineato che «oggi più che in altre epoche c'è bisogno di questo dialogo tra riformisti, di un confronto a tutto campo, ovviamente nell'assoluta chiarezza. Formigoni è di Forza Italia, rimane in Forza Italia nonostante qualche favoletta raccontata in questi giorni (si è parlato di una ricandidatura dello stesso Formigoni ma con una coalizione diversa di quella della Cdl, ndr)». Un'appartenenza che ha difesa con forza: «Rivendico la natura riformista di Forza Italia e la volontà di governare attraverso riforme. Il valore del dialogo va sottolineato. Un confronto tra forze alternative che però non devono criminalizzarsi e demonizzarsi a vicenda». Sulle riforme istituzionali, Formigoni ha sottolinea quindi che «bene ha fatto la Cdl a dire di voler fare le riforme nel confronto con il centro sinistra. E bene hanno fatto esponenti del centrosinistra come Amato e Rutelli che hanno raccolto questa idea di confronto sulle riforme. Il che non vuol dire né inciucio né consociativismo, e però tutti i riformisti dei due schieramenti devono aiutare le riforme ad andare avanti». «Credo nel bipolarismo mite», la cui essenza è il «riconoscimento politico reciproco, il rispetto e l'idea che gli intressi nazionali siano superiori a quelli di parte». Così ha replicato Piero Fassino. Il segretario dei Ds ha però ammesso che «stiamo assistendo nel Paese ad un bipolarismo interpretato come un dominio della maggioranza, non si riconosce all'opposizione il ruolo che deve avere». Insomma, ha chiarito Fassino, «non si può dire di voler fare le riforme e poi darmi del ladro e tangentaro». Poi ha chiarito: «Non sono per il ritorno al proporzionale o ad assetti politici che significhino il ritorno al consociativismo. Lo dico perchè ci sono proposte che tendono ad arretrare dal bipolarismo». Inoltre, ha chiarito il segretario Ds, «io sono avversario di Berlusconi ma non contesto la sua legittimità a governare e non sono d'accordo con chi nell'opposizione interpreta l'opposizione stessa come demonizzazione di chi governa».