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«Ricostruzione in Iraq, ora si può e si deve»

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Frattini al Meeting: «L'Italia insisterà per l'inserimento dei valori cristiani nella convenzione Ue»

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Franco Frattini lo ribadisce con forza parlando al Meeting di CL di Rimini e parlando di un intervento in Iraq che deve basarsi sul «principio del multilateralismo» che deve puntare innanzitutto alla costruzione di un "nation building" di valori prima che di regole» che deve avere per l'Onu riservato un ruolo chiave. Per tutto ciò, ha promesso il ministro degli Esteri, l'Italia si impegnerà anche in veste di presidente europeo. Ma il numero uno della Farnesina parla a tutto campo. Di Europa, di convenzione, di politica interna e non manca qualche stilettata all'opposizione. Frattini ha spiegato che «ricostruire si deve perché le grandi sofferenze del popolo iracheno meritano che la comunità internazionale faccia tutto quello che non si è fatto nei lunghi anni di tragica dittatura». Ma anche perché «il contesto in cui ci muoviamo è caratterizzato da un terribile esercito del terrore che uccide». E ha quindi annunciato che «l'Italia sta organizzando, nell'ambito di un gruppo ristretto, la Conferenza internazionale dei donatori per l'Iraq che si terrà il 24 ottobre». «Stiamo cercando di far arrivare il maggior numero di paesi, istituzioni finanziarie, il Fondo monetario, la Banca mondiale, in sostanza un gruppo di donatori che si faccia carico di un progetto per la ricostruzione a medio termine dell'Iraq», ha chiarito Frattini. Per questo il ministro degli Esteri dice che «bisogna trovare le tre condizioni che riportino la vita alla normalità in modo da estirpare la radice del terrorismo». Secondo Frattini questi compiti devono essere «di tutta la comunità internazionale: la tragedia della guerra ha fatto emergere il principio del multilateralismo, l'intera comunità internazionale deve farsi carico della ricostruzione anche chi non ha sostenuto l'iniziativa militare». La ricostruzione, ha detto sempre il titolare della Farnesina, deve quindi essere improntata al «metodo della sussidarietà» e deve vedere come primo passo la costruzione di un «"nation building", cioè l'ossatura dello Stato» il quale deve rispondere a quei valori che Frattini stesso ha definito «assoluti e non derogabili». Questi sono la dignità umana, il valore della vita, la libertà delle persone e le libertà fondamentali, il libero esercizio dei culti. Frattini ha inoltre annunciato che «l'Italia a titolo nazionale farà, con convinzione, ulteriori tentativi perchè questo valore così importante per noi, quello delle radici cristiane, trovi un riferimento forte». «Io dico che non c'è incompatibilità tra radici cristiane dell'Europa e principio laico dello Stato. L'ho spiegato -ha detto Frattini- ad autorevoli rappresentanti di altri governi che sono più fermi nella loro contrarietà. Ho detto loro che il retaggio cristiano è un valore della storia che è dentro di noi».

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