«Portammo quei soldi in Campidoglio»
Lo si evince da una dichiarazione del presidente dello stesso organismo, Enzo Trantino, in replica alla richiesta di Clemente Mastella, chiamato in causa dallo stesso Marini come destinatario di una dazione di denaro, di essere ascoltato dalla commissione. Procediamo con ordine. Il leader dell'Udeur, assistendo ai riti penitenziali e alla processione dei «battenti» a Guardia Sanframondi (Benevento), ricorre ad una battuta per spiegare la situazione: «I riti di penitenza si svolgono ogni sette anni, Marini farebbe bene a pentirsi tutti i giorni per quanto ha detto su di me». Poi affida ad una nota una nuova spiegazione dei fatti: «Da un esame mentale di quegli anni e dalla consultazione materiale delle mie agende ho la prova provata che quel farabutto di Marini è un bugiardo. Ho un asso nella manica che mi riservo di dare agli inquirenti. Per questo voglio essere ascoltato subitissimo». Trantino ripete la sua versione. Marini ha parlato con i magistrati di Torino, anzitutto Mastella si deve rivolgere lì. Ma, aggiunge: «Successivamente all'acquisizione degli atti che intendiamo richiedere la Commissione valuterà sulle procedure successive». Dunque, l'organismo di Palazzo San Macuto chiederà i verbali dell'interrogatorio. Frattanto giungono nuove indiscrezioni sull'interrogatorio di Marini. L'incontro tra il supertestimone dell'affare Telekom Serbia e Francesco Rutelli e Walter Veltroni sarebbe avvenuto nell'ottobre del 2000, a Roma, al ristorante il «Bolognese» di piazza del Popolo. Non è una data a caso: l'11 ottobre nasce la Margherita, il 14 Rutelli è ufficialmente candidato premier e in quei giorni circolano voci sulle casse uliviste disastrate. Tra i presenti, oltre a Marini, ci sarebbe anche l'avvocato Fabrizio Paoletti, suo ex socio in affari, più quattro segretari della giunta capitolina «al tavolo dietro la vetrata, alla sinistra dell'entrata». «Verso le 13.30 entrano Rutelli e Veltroni con la scorta. Paoletti parla sottovoce con Rutelli, Veltroni mi riconosce come uomo dell'ambiente del cinema e mi saluta, Rutelli si rivolge a me dopo che mi aveva presentato Paoletti e mi chiede, stringendomi la mano, di studiare nei minimi particolari l'operazione affidata all'avvocato Paoletti». Il quale poi discute le cifre con i quattro segretari della giunta capitolina, poi alle 13.40, dopo aver bevuto un solo apertivo, andiamo via». Poi racconta che andò nello studio di Paoletti e che questi gli spiegò che era necessario sostenere due campagne elettorali: quella di Rutelli a premier e quella di Veltroni a sindaco. Si arriva alla consegna dei soldi. Si tratterebbe di 4miliardi e 800 milioni. Quei soldi «vengono messi in valigetta da Paoletti... e siamo andati nell'ufficio del Campidoglio, ho atteso all'entrata, Paoletti è tornato senza borse». Rutelli e Veltroni hanno decisamente smentito tutto. Ma la Lega insiste: indagateli.