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IL VENTAGLIO di ipotesi per intervenire sul sistema pensionistico che i tecnici del Tesoro e quelli del ...

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A seconda di come queste misure vengono mixate, si hanno progetti di riforma più soft ed altri ben più strutturali. Blocco temporaneo «finestre» - Si può varare - parallelamente alla stesura dell'emendamento alla delega - un decreto legge per bloccare per sei mesi o un anno le finestre di uscita per la pensione di anzianità, introducendo anche delle penalizzazioni per chi lascia il lavoro prima di aver raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia: i risparmi sarebbero di almeno 6 miliardi di euro fino al 2006, di cui 500-2.000 milioni già quest'anno, a seconda degli interventi contenuti nel provvedimento. Intervento sulle anzianità - L'operazione sulle pensioni di anzianità poi - nell'ipotesi di una riforma molto incisiva - potrebbe essere completata con la delega. L'emendamento del Governo, infatti, oltre a una stretta sulle pensioni di invalidità colpendo gli abusi e a un contributo di solidarietà dalle pensioni d'oro (quelle sopra i 10.000 euro), potrebbe prevedere un'accelerazione dell'andata a regime della riforma Dini (fissata nel 2008), anticipando al 2004 i requisiti necessari per il pensionamento anticipato. Non si esclude, poi, di estendere a tutti i lavoratori - sempre dall'inizio del prossimo anno - il metodo di calcolo contributivo col sistema pro-rata. Se si dovesse rinunciare al decreto blocca-finestre, quest'ultima potrebbe essere la strada «più indolore» per mettere mano alla riforma Dini. Pubbliche e private - Capitolo a parte quello sull'equiparazione del sistema pensionistico dei dipendenti pubblici a quello dei privati. I tecnici ministeriali, hanno messo a punto un documento in cui ipotizzano una serie di interventi. La via più facile sembrerebbe quella di anticipare al 2004 il calcolo della pensione sulla retribuzione degli ultimi dieci anni (oggi il conto è sugli ultimi 6 anni e mezzo). Tfr - Sembrerebbe scartata l'ipotesi di rinunciare alla decontribuzione per i neo-assunti (come chiedono con forza i sindacati) che servirà a compensare le imprese che smobilizzeranno il Tfr maturando destinato ai fondi pensione. Anzi, Maroni e Tremonti sarebbero decisi a reintrodurre la soglia del 3% tolta alla Camera. Sul Tfr i margini per venire incontro a Cgil, Cisl e Uil sembrano ristretti: Maroni ha ribadito che se senza conferimento obbligatorio del Tfr ai fondi pensione non sarà obbligatorio si frenerebbe il decollo della previdenza integrativa. Intanto si teme la «fuga» - Mentre Maroni e Tremonti cercano di trovare una soluzione e mentre l'attesa verifica tra i vertici della Casa delle Libertà comunque dovrà dire l'ultima parola in merito, domande arrivate all'Inps per pensionamenti di anzianità nei primi sei mesi del 2003 sono aumentate di almeno il 7% sul primo semestre 2002. Il rischio è che prima che gli venga impedito chi ha ora i requisiti si precipiti ad andare in pensione, il che nell'immediato aggraverebbe i conti pensionistici.

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