Casini: «Basta con l'antiberlusconismo»
Nei giorni infuocati e delle polemiche sul Lodo Maccanico. Ma aveva desistito. Poi aveva pensato di farsi risentire ad agosto, ma le ferie sono ferie. Al primo appuntamento utile nel dopo vacanze, Pierferdinando Casini pesa le parole ma parla chiaro: basta con l'antiberlusconismo. Come suo costume prima dà una piccola botta alla Cdl, quindi alla sinistra. «La maggioranza governi rispondendo alle aspettative degli elettori - dice il presidente della Camera -. L'opposizione produca programmi alternativi chiari, se ne è capace, e abbandoni l'ossessione antiberlusconiana». Dalla platea del Meeting di Cl, il numero uno di Montecitorio insiste nel chiedere ai due schieramenti di abbandonare «i manicheismi» per dare maggiore attenzione ai veri bisogni del Paese, a cominciare alle riforme «che non durino una legislatura ma almeno 20 o 25 anni». Ma invita la Cdl a evitare l'errore del centrosinistra che nella passata legislatura le ha fatte a maggioranza. Al suo esordio come invitato (e come inauguratore) al meeting riminese, Casini parla a tutto campo: sussidiarietà, federalismo, il ruolo del politico, in particolare quello cattolico. E ancora: immigrazione, clonazione e volontariato. «Tende a prevalere - avverte il presidente della Camera - una sorta di atteggiamento manicheo, per cui il bene e il male sono collocati interamente dall'una o dall'altra parte, spesso a prescindere dal merito delle questioni sul tappeto. Intanto il Paese aspetta le risposte cui ha diritto e attende di essere traghettato sulla sponda della competitività e dell'efficienza». Ma sottolinea subito dopo che «c'è una maggioranza legittimamente scelta dagli italiani: governi, producendo fatti e non polemiche o parole, e risponda così, se ne è capace, all'ondata straordinaria di aspettative che su di essa si sono riversate. C'è un'opposizione che aspira, con uguale legittimità, a governare l'Italia di domani: produca progetti alternativi chiari, se ne è capace, e abbandoni l'ossessione antiberlusconiana, che al momento appare il suo vero e più forte collante». Il presidente della Camera poi invita la maggioranza ad «ascoltare le ragioni della minoranza, perché il confronto democratico non deve essere un'operazione aritmetica, ma la ricerca della soluzione migliore per la collettività», ed auspica «una politica senza pretese di autosufficienza per la maggioranza nè diritti di veto per le opposizioni, se no si va alla paralisi». Lo scopo è il dialogo tra le forze politiche del quale Casini oggi non si ritiene soddisfatto: «la via dei fischi all'alternativa non è bella per nessuno», dice e «la strada che va seguita dall'opposizione è quella della proposta». Detto questo, ribadisce: per l'ottenimento del bene comune bisogna «assumersi anche con coraggio, se necessario, il rischio dell'impopolarità» Insomma, quello che Casini vorrebbe è «un confronto migliore» tra i poli. «È un desiderio così difficile da realizzare - osserva - quello di avere una maggioranza che non si ferma a discutere di problemi del passato e che non polemizza da sè su questioni interne ed un'opposizione che non viva solo il tabù di Berlusconi? Mi pare che questo sia il sogno di una persona normale. Le mie parole - ribadisce - sono un incentivo all'opposizione a creare un'alternativa politica credibile». Casini parla della bozze di riforma predisposta dai Saggi della Cdl e commenta: il loro lavoro «non è una lesa maestà per nessuno, ma la sede ultima per le riforme è quella del Parlamento, dove mi auguro che si possa avere un consenso ampio per riforme che non durino lo spazio di una legislatura». E auspica anche una «riforma generale sistematica e coerente della giustizia che superi gli interventi frammentari e che riparta da un tavolo intorno al quale gli interlocutori si siedano dopo aver definitivamente abbandonato in anticamera pregiudizi e diffidenze reciproche».