Questa opposizione non è democratica
Si voleva interrompere la rappresentazione con i fischietti. «Noi invece proteggiamo chi dice la sua»
Il giorno dopo il forfait alla Carmen di Bizet, Berlusconi a Verona critica la sinistra. Di prima mattina incontra il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder per un bilaterale che sancisce la pace definitiva dopo i dissapori legati ai casi Schulz e Stefani. E torna sui motivi che lo hanno indotto a non recarsi all'Arena per assistere alla Carmen di Bizet con Schroeder e il presidente della Commissione europea Prodi. Rivela l'esistenza di un progetto messo in piedi da «gruppi politici ben precisi» per creare un «caso internazionale» impedendo lo svolgimento della rappresentazione, con una protesta a suon di fischietti. Sono stati il Viminale prima e il Cesis poi, ha detto il premier, ad avvertire del rischio. Così la rinuncia alla Carmen «si è resa necessaria»: è stato un «sacrificio» ma la decisione era «dovuta e saggia», ha spiegato Berlusconi, per non coinvolgere Verona, far svolgere regolarmente la rappresentazione curata dall'«amico Franco Zeffirelli» e non rovinare la serata a Prodi e Schroeder. Il premier rivela anche che questa volta era riuscito a «convincere» la moglie ad accompagnarlo. «Ma se fossi venuto io, probabilmente, non ci sarebbe stata la rappresentazione». E «quando - ha osservato - ci sono comportamenti che si spingono oltre nelle polemiche e raggiungono vette di inciviltà come quello che era stato programmato, credo che non si debba lasciare che questi comportamenti abbiano successo». Quindi, sottolinea che «il fatto che ci siano fischi» quando lui si reca «in pubblico» fa parte di una «patologia del nostro sistema politico che conduce la lotta politica con sistemi incivili e che non sono liberali». Si tratta di una situazione, dice ancora il premier, alla quale ha fatto l'abitudine: «So di dover affrontare contestatori dovunque». E ricorda un episodio avvenuto quando si recò a San Giuliano di Puglia, colpito dal terremoto, per la consegna delle nuove strutture. «Fu un exploit del governo, un miracolo fatto in tre mesi. Ma arrivarono tredici ragazzi che inneggiavano contro le spese militari e il giorno dopo i giornali titolarono: "Berlusconi contestato"». Il presidente del Consiglio ha anche osservato che «sarebbe facilissimo, per noi mettere insieme una squadra di dieci-quindici ragazzi che vanno a contestare in tutte le manifestazioni dove partecipa un personaggio della sinistra», ma, dice, «noi siamo liberali e crediamo che si debba proteggere chi dice la sua opinione. E questa è la differenza tra noi e l'opposizione che ci troviamo». Dopo l'incontro con Schroeder, Berlusconi a Verona ha incontrato il sindaco e successivamente il vescovo. Poi ha fatto una passeggiata per il centro storico fermandosi in particolare a Piazza Erbe, stringendo mani e firmando autografi. «Come vedete - ha detto ai giornalisti - qui fischi non ce ne sono, anzi sono sempre applausi». E ha ribadito che all'Arena sarebbero bastati «300 fischietti azionati da 300 contestatori e non si sarebbe potuto tenere l'opera».