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di GIANNI DI CAPUA DENARO ai leader del centro sinistra, finanziamenti illeciti irregolari ...

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Francesco Rutelli, Walter Veltroni e - in misura minore - Clemente Mastella sono chiamati in causa dal procacciatore d'affari, l'uomo che sta cercando di accreditarsi come teste chiave dell'inchiesta su Telekom Serbia e che aveva già parlato, a suo tempo, di Romano Prodi, Lamberto Dini e Piero Fassino. «Dichiarazioni abbastanza devastanti», commenta il suo difensore, Luciano Randazzo, che aggiunge: «Marini ha alzato le sue quotazioni, accreditandosi definitivamente come figura attendibile». «Visioni oniriche», chiosa invece Titta Castagnino, difensore di Paoletti, avvertendo che «il risveglio dai sogni può essere brutto». La Procura aveva convocato il match Marini-Paoletti per fare chiarezza su una storia di truffe legate a negoziazioni di titoli e garanzie bancarie (i due sono indagati per associazione per delinquere). In ambienti investigativi si fa notare che le iscrizioni nel registro degli indagati non sono automatiche Ma cosa dice Marini? L'attuale sindaco di Roma e il suo predecessore sarebbero i destinatari di una piccola parte della super tangente da 450 miliardi di vecchie lire che doveva finire quasi interamente a Prodi, Dini e Fassino qualche anno dopo l'acquisto - da parte di Telecom Italia - di una quota della compagnia telefonica jugoslava. Il procacciatore d'affari avrebbe anche detto di essersi recato da Mastella, nel 1997, per consegnargli del denaro sottobanco. A Rutelli e Veltroni i soldi, manovrati attraverso una banca di San Marino, dovevano servire per la campagna elettorale. Secondo quanto si è appreso, inoltre, Marini avrebbe fatto il nome di «un funzionario dello Stato e di un colonnello della guardia di finanza» come persone a conoscenza dell'intera operazione. Le reazioni degli interessati non si sono fatte attendere, e hanno oscillato fra l'ironico e l'indignato. Per Veltroni sono «dichiarazioni da farsa, folli, ridicole» e di «incredibili sciocchezze». L'ufficio stampa di Rutelli parla di «notizie prive di fondamento» e annuncia iniziative giudiziarie contro Marini. Il confronto fra Marini e l'avvocato Paoletti, iniziato mercoledì scorso e concluso nel pomeriggio di ieri, è stato tesissimo e non sono mancate parole dure e urla. Il legale romano ha smentito categoricamente qualsiasi contatto con i politici. I punti di contrasto riguardano in particolare la gestione di 120 milioni di dollari da parte della Yundor Trading, la società intestata a Marini con sede nelle isole Vergini. Paoletti avrebbe ammesso il transito di questi 120 milioni di dollari nella Yundor Trading attraverso 16 società beneficiarie, ma avrebbe negato però che l'operazione fosse legata a Telekom Serbia. Alla fine, i rispettivi difensori si sono mostrati soddisfatti. Prossimo atto martedì, quando Marini verrà interrogato dai pm.

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