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Prodi: solo in Italia la vita è così cara

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Attacco al governo: su servizi e tariffe serve «doverosa sorveglianza». In allarme sindacati, imprenditori, consumatori

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Il presidente della commissione Ue Romano Prodi, che molti nel centrosinistra vorrebbero di nuovo leader dell'opposizione per una riscossa alle prossime elezioni, critica il governo. Alla Gazzetta di Reggio il presidente Ue dichiara che «i rincari non sono colpa dell'euro, perché quello che è avvenuto in Italia non si è verificato negli altri Paesi che hanno adottato la nuova moneta». E aggiunge: «I rincari dei beni industriali, per i quali esiste una componente internazionale, non ci sono stati nemmeno in Italia. I rincari ci sono stati nell'intermediazione, nei servizi e nelle tariffe dove, come ben si sa, il ruolo della concorrenza deve essere accompagnato dalla doverosa sorveglianza». Le dichiarazioni arrivano mentre le notizie su una ripresa dell'inflazione mettono in subbuglio l'intero quadro politico-economico. I sindacati, Cisl in testa, sono preoccupatissimi perché il caro-prezzi fa saltare le politiche salariali e ora si attende la tradizionale ondata di aumenti di settembre. La Confindustria appare presa di contropiede: Schlitzer (Centro studi) dice che si sperava in una riduzione dell'inflazione, che il centro rivedrà con «piccoli aggiustamenti» al rialzo la sua stima per il 2003 ora fissata al 2,5%, e che il problema resta la «scarsa concorrenzialità». Confagricoltura, Confesercenti e Confcommercio esprimono tutte preoccupazione e invocano interventi per frenare tariffe e costi dei servizi. L'Intesa dei consumatori chiede un incontro con Berlusconi, allarmata anche dal fatto che le rilevazioni danno l'impressione che la crescita dei prezzi sia sottostimata. L'Eurispes dal canto suo, da tempo in polemica con l'Istat, dice proprio che a suo avviso i dati dell'Istituto di statistica presenterebbero un quadro meno grave del reale. Il governo reagisce facendo quadrato. Il viceministro dell'Economia Baldassarri tiene la linea e dice che «l'inflazione è un tema serio ma ora deve prevalere la preoccupazione di come rilanciare lo sviluppo piuttosto che di piluccare lo zero virgola qualcosa di inflazione in più o in meno». Per Baldassarri «occorre ponderare senza demagogie populiste su un piatto della bilancia i ritocchi delle tariffe autostradali e ferroviarie e sull'altro gli investimenti in infrastrutture». Analoga la posizione del viceministro alle Attività produttive, Adolfo Urso: «L'obiettivo fondamentale rimane lo sviluppo, ma non escludo che a settembre potremmo rivedere il tasso d'inflazione programmata». E il ministro delle Politiche comunitarie Rocco Buttiglione ricorda che l'Italia aveva inflazione record anche e proprio col governo Prodi. L'opposizione, naturalmente, spara a zero. L'ex ministro Bersani (Ds) dice: «Siano senza guida dell'economia».

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