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«No Sanremo a Renis È amico del premier»

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E perché? Perché amico di Berlusconi. A pensarla così è il presidente della Rai, Lucia Annunziata, che ha espresso «qualche perplessità» e la necessità di una «valutazione di cautela» sul progetto di affidare la direzione artistica della manifestazione ligure a Tony Renis. Secondo quanto si apprende, Annunziata, in una lettera inviata al direttore generale, Flavio Cattaneo, pur apprezzando Renis «come grande professionista e all'altezza di rivestire un incarico come la direzione artistica del Festival», potrebbe creare degli imbarazzi sia al premier che alla Rai visto il legame di amicizia tra il musicista e produttore e il presidente del Consiglio. «È una boutade di fine agosto. Mi dispiace perché ho molta simpatia per l'Annunziata, ma sicuramente è una battuta» replica Tony Renis il cantante. Che aggiunge: «Se i rapporti di amicizia tra le persone sono dei conflitti di interessi, allora non avremmo più amici nella vita». Quindi conferma: «La Rai qualche giorno fa mi ha proposto la direzione artistica del Festival. Sono stato molto lusingato e onorato, anche perché io sono figlio di Sanremo, che è la mamma della canzone italiana. Ma ho chiesto due settimane di tempo per decidere. Attualmente -prosegue- sono molto impegnato in alcuni progetti importanti (tra i quali il concerto al Cairo con Andrea Bocelli, il 27 agosto, ndr). Vedrò se ci sono i presupposti, incontrerò il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce e il direttore generale Cattaneo e poi deciderò». Cattaneo non risponde ma in un'intervista all'Espresso in edicola affronta i suoi primi 120 giorni in Rai: la politica non lo ha «mai avvinto», apprezzava Santoro, il suo modello di dg è «un mix tra Agnes e Bernabei, il momento più difficile dei suoi 120 giorni a viale Mazzini è stato il Cda sul digitale, è convinto che «dopo le polemiche resteranno i fatti». Non manca per lui, interista, anche una citazione per Helenio Herrera, indimenticabile allenatore dei nerazzurri. E una battuta detta quando, giocando malissimo vinse la coppa intercontinentale e disse al presidente dell'Inter «tra vent'anni chi si ricorderà di come abbiamo vinto? Il risultato è più forte di tutto. Il resto passa». «Voglio essere giudicato in base al fatto che entro l'anno avrò presentato il piano industriale, avviato il digitale e impostato la privatizzazione se l'azionista lo vorrà», dice Cattaneo. Che le polemiche si sgonfino rapidamente nel nulla, lo dimostra, secondo Cattaneo, la vicenda delle ispezioni al Tg3: «Ero diventato il Ceaucescu di Saxa Rubra. Alla fine non è successo nulla e con Antonio Di Bella, direttore del tg3, la collaborazione è buona e costruttiva» assicura, per lamentare che «la distanza tra la rappresentazione mediatica e la realtà è sempre più pericolosa». «Come cittadino - dice - mi piacerebbe un'informazione più inglese...è sempre troppo da una parte, di quà come di là».

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