Grazia a Sofri, Ciampi non la chiede senza Castelli
Con Cossiga che si schiera di fatto con Pannella, e An e Ds che, sia pure da posizioni diverse, danno ragione al Colle. A rendere ancora più scottante la polemica l'attacco lanciato martedì e ribadito ieri da Pannella al segretario generale del Quirinale, Gaetano Gifuni, accusato di aver «ingannato» il Capo dello Stato. «È stato fatto credere al Presidente Ciampi - aveva detto ieri in una conferenza stampa - che questo potere egli non potesse liberamente esercitare senza l'iniziativa del ministro della Giustizia». E questo «errore», secondo Pannella, va attribuito al segretario del Quirinale. Parole che hanno provocato una secca difesa da parte del Colle: «Il Presidente della Repubblica tiene a confermare anche in questa occasione la sua piena fiducia al Segretario Generale». Quanto alla sostanza la nota del Quirinale è chiara: «In mancanza del consenso del ministro della Giustizia a voler controfirmare l'eventuale decreto presidenziale di concessione della grazia, non è costituzionalmente possibile emanare il suddetto decreto presidenziale, in quanto sarebbe 'non valido». E in proposito la nota cita l'articolo 89 della Costituzione, in base al quale «nessun atto del Presidente della Repubblica è valido, se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità». A tamburo battente nuova replica di Pannella che ribadisce le sue critiche a Gifuni, parlando di una situazione «torbida» all'interno del Quirinale. «Ogni commento - aggiunge Pannella - mi appare superfluo e soprattutto indebito. Per dialogare occorre un minimo di rispetto di un linguaggio comune e dell'onestà intellettuale. Difendo così il presidente Ciampi da una torbida e ultradecennale situazione all'interno del suo palazzo». A fianco del leader radicale interviene il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, secondo il quale Castelli non vuole prendere l'iniziativa sulla grazia a Sofri, ma è pronto a controfirmare l'eventuale decreto del Capo dello Stato. Insomma, secondo Cossiga, in realtà è il Presidente Ciampi che «non ritiene di dover prendere l'iniziativa» per la grazia all'ex leader di Lotta Continua. «Quella di Ciampi è una scelta politica , legittima. Egli - sottolinea Cossiga - non ritiene di dover prendere l'iniziativa per la grazia, evidentemente non crede di dover graziare Sofri, e attende che eventualmente sia il governo a proporglielo, per poi valutare se accedere o meno». Gli fa eco l'ex Guardasigilli, Filippo Mancuso, secondo cui il potere di grazia «è esclusiva attribuzione del presidente della Repubblica, e tutte le altre norme al di fuori di questa sono norme procedimentali». Anche il presidente emerito della Corte, Giuliano Vassalli (nella foto a destra), conferma quanto sostenuto nei giorni scorsi, cioè che il Presidente Ciampi potrebbe concedere la grazia anche senza l'istruttoria del Guardasigilli, seppure in tal modo andrebbe contro una prassi consolidata. Tuttavia, Vassalli afferma che il problema della «controfirma» esiste, sottolineando di condividere la prudenza di Ciampi. Nettamente a difesa del Presidente della Repubblica An e Ds.